Nuovo presidente Cei, oggi il voto sulla terna: come funziona la votazione e chi sono i candidati che potrebbero ricoprire l’incarico.
Nuovo presidente Cei, oggi il voto sulla terna: chi sono i candidati
Nella giornata di martedì 24 maggio, è stata fissata una riunione dell’assemblea generale della Cei in Vaticano e, poi, all’Hilton Rome Airport di Fiumicino per procedere all’elezione del nuovo presidente. In questo contesto, i favoriti alla successione di Gualtieri Bassetti sono il cardinale di Bologna Matteo Zuppi e il cardinale di Siena Paolo Lojudice. Non sono escluse, tuttavia, sorprese come l’arcivescovo di Modena Erio Castellucci oppure l’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia.
Al termine della riunione dell’assemblea generale della Cei e al voto, verrà stilata uno rosa di tre candidati che verrà sottoposta al Papa. Dopo aver esaminato i candidati indicati dall’assemblea, il Pontefice sceglierà il successore di Bassetti.
L’intenzione del Santo Padre consiste nell’affidare la carica a qualcuno che abbia la forza e la determinazione di avviare una profonda riforma della Chiesa, nonostante tutte le difficoltà insite nel compito. A questo proposito, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 3 maggio 2022, Papa Francesco ha dichiarato: “Io cerco di trovarne uno che voglia fare un bel cambiamento. Preferisco che sia un cardinale, che sia autorevole e abbia meno di 75 anni”.
Come funziona la votazione e cosa prevede lo Statuto della Conferenza episcopale
Per quanto riguarda la scelta del presidente della Cei, la carica era abitualmente scelta da Pontefice sino alla modifica introdotta il 23 maggio 2017.
Pertanto, al primo comma dell’articolo 26 dello Statuto della Conferenza episcopale italiana in vigore dal 2014, è possibile leggere quanto segue:
In considerazione dei particolari vincoli dell’episcopato d’Italia con il Papa, vescovo di Roma, la nomina del presidente della Conferenza è riservata al Sommo Pontefice, su proposta dell’Assemblea generale che elegge, a maggioranza assoluta, una terna di vescovi diocesani.
La modifica introduce due cambiamenti: il primo riguarda il fatto che i vescovi italiani sono chiamati a votare e stilare una lista di tre nomi da proporre al Papa mentre la seconda è che possono essere eletti solo i “vescovi diocesani”. Sono esclusi gli ausiliari e il vicario generale del Santo Padre per la diocesi di Roma.