L’Italia è pronta a inviare nuove armi all’Ucraina. Palazzo Chigi recepisce subito il messaggio del presidente statunitense, Joe Biden: Giorgia Meloni ha già confermato il supporto a Kiev in ogni ambito, compreso quello bellico.
La call con Biden e gli altri leader porta la presidente del Consiglio ad accelerare sul nuovo pacchetto e sul nuovo decreto per l’invio di armi. Nonostante divisioni interne che non la aiuteranno in questo compito. Il decreto dovrebbe arrivare prima di Natale (o comunque entro la fine dell’anno), anche per dare un messaggio a Biden. Palazzo Chigi, comunque, per il momento non conferma le tempistiche.
Nuovo decreto entro Natale per l’invio di armi all’Ucraina
Come anticipa la Repubblica, Meloni vuole inviare presto le armi rispondendo così all’appello di Kiev e Washington. Dovrebbe trattarsi soprattutto di sistemi di difesa antiaerea, quindi parliamo, per esempio, di pezzi di ricambio dei meccanismi anti-missile e anti-drone, che già abbiamo inviato in passato all’Ucraina.
Gli scontri interni sul nuovo decreto
Ci sono, però, sicuramente degli ostacoli. Innanzitutto dei problemi di bilancio, sulle previsioni di spesa per il 2024, decisamente risicate. Servono risorse che il governo non ha. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, chiede più soldi per il suo dicastero, ma il responsabile dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, continua a dire no. A complicare la partita c’è il fatto che i rimborsi europei ai Paesi che inviano armi a Kiev sono lenti e parziali.
Il problema principale è però politico, perché la freddezza degli alleati di governo è evidente. A partire da quella del leader leghista Matteo Salvini, che vuole incarnare i dubbi di una gran parte dell’elettorato della destra sull’invio di armi a Kiev. Salvini vorrebbe che gli annunci per l’invio di nuove armi passassero sotto traccia, ma il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha già reso noto che il governo è pronto a varare l’ottavo pacchetto per l’invio di armi. Mettendo in difficoltà la Lega e aprendo un nuovo fronte di scontro nella maggioranza.