Per il deputato leghista Claudio Borghi, il suo partito dovrebbe votare contro il decreto se non prevede aperture nelle regioni con i contagi sotto controllo: “Mi piacerebbe che ci fosse un’approfondita discussione su decisioni che toccano la vita di milioni di italiani. Invece è tutto demandato ai tecnici, nelle cui cabine di regia non si raggiunge nemmeno l’unanimità” dice in un’intervista a ‘La Repubblica’.
“La Lega voti contro il nuovo decreto”: il deputato Claudio Borghi all’attacco del governo Draghi
“Vorrei che la decisione fosse politica. I numeri alla base delle decisioni non sono univoci – spiega – i cittadini hanno eletto me come loro rappresentante e quindi provvedimenti così rilevanti devono passare attraverso il Parlamento”. Borghi dice di non essere il solo a contestare l’Rt: “Il professor Antonello Maruotti, ordinario di statistica a Roma, contesta il metodo di calcolo. Perché non trova ascolto? Vedo che nei talk spopola Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe che è un noto gastroenterologo. Nulla contro la categoria, che anzi mi cura la mia ernia iatale, ma perché devono parlare solo i ‘chiusuristi’?”.
La cosa migliore per Borghi “sarebbe spazzare via la cabina di regia per riportare la decisione nelle commissioni parlamentari. È formata da tecnici del Ministero della salute e delle regioni. Non c’è neanche un deputato”. Anche a Montecitorio è pieno di ‘chiusuristi’ “ma almeno gli elettori saprebbero chi è veramente contrario”. Borghi non è deluso da Draghi “però aveva esordito ribadendo la centralità delle Camere. Invece per ora fa ancora un po’ come Conte. Ci sono studi secondo i quali non è vero che i ristoranti aperti producono più contagi. Sarebbe bello poterne discutere”. Salvini “ha detto una cosa di buonsenso politico, cioè che è impensabile protrarre così a lungo le chiusure”. I contagi “salgono anche con le chiusure, magari – aggiunge – le restrizioni sono parte del problema”.