“Servivano norme di civiltà, per mettere il nostro Paese al paro con altre realtà europee più evolute”. Così il capogruppo M5S in commissione Trasporti della Camera, Emanuele Scagliusi, spiega le ragioni alla base della riforma del Codice della Strada.
Quali sono i limiti dell’attuale codice?
“I tempi cambiano e non possiamo rimanere indietro. Inoltre, abbiamo l’obbligo di tutelare gli utenti della strada, soprattutto i più vulnerabili: pensate che ogni anno nel nostro Paese muoiono più di 3000 persone per incidenti stradali. Ecco perché le parole chiave di questa riforma sono sicurezza, sostenibilità e trasparenza”.
Particolare attenzione è dedicata ai bambini con l’introduzione, tra le altre cose, della “strada scolastica”. Cosa comporterà?
“Le ‘zone scolastiche’ allineano il nostro Paese alle migliori pratiche internazionali sulla mobilità urbana. I Comuni dovranno adottare misure più stringenti per il controllo del traffico nelle strade di fronte agli edifici scolastici, negli orari di entrata e uscita da scuola, come il limite di velocità a 30 km/h, le zone a traffico limitato o le aree pedonali. Avremo strade più sicure per i nostri bambini ma, in generale, per tutti. Queste norme incentivano un vero e proprio cambiamento culturale e ricordano a tutti che sulle strade occorre avere un atteggiamento responsabile”.
Il Movimento ha da sempre insistito sulla mobilità sostenibile…
“Quella sulla mobilità sostenibile è una riforma organica che stiamo portando avanti insieme al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Con l’ecobonus stiamo già avendo ottimi risultati: le immatricolazioni di veicoli elettrici sono cresciute del 120% nel primo semestre dell’anno. Abbiamo anche avviato il progetto sperimentale sulla micromobilità elettrica e investito molti fondi per installare colonnine di ricarica. Le modifiche al Codice della Strada sono un ulteriore passo avanti per avere meno auto e più mezzi sostenibili sulle strade. Per incentivare l’uso della bici in città introduciamo le linee di arresto avanzate ai semafori, il doppio senso ciclabile e l’obbligo per tutti i veicoli di mantenere una distanza di sicurezza laterale durante il sorpasso. Andare in bici non dovrà più essere una scelta di coraggio ma la normalità”.
Sanzioni più severe per chi viola il Codice. L’obiettivo è la sicurezza?
“L’intento è rendere le nostre città più vivibili, ma soprattutto vogliamo che i cittadini facciano propria una nuova cultura basata sulla sicurezza e sul rispetto. Per questo aumentiamo le sanzioni per chi usa il telefono o qualsiasi altro dispositivo per chattare o postare sui social durante la guida. Multe più alte per chi occupa illegittimamente gli spazi riservati alle persone disabili o davanti agli scivoli. E ancora, sanzioni per il conducente di autovetture, oltre al passeggero, se quest’ultimo è senza cintura di sicurezza, perché corresponsabile della condotta scorretta. Stessa cosa per il casco sui motoveicoli e i ciclomotori”.
Alcune norme riguardano la semplificazione burocratica. Cosa cambia?
“Con le modifiche al nuovo Codice della Strada abbiamo puntato alla massima trasparenza sui proventi delle multe: i cittadini devono sapere che fine fanno i loro soldi. E vogliamo anche essere certi che finalmente vengano reinvestiti dagli Enti locali nel miglioramento della sicurezza stradale, come già previsto per legge. Inoltre non ci sono più sanzioni per la mancata esibizione dei documenti di circolazione: patente e libretto potranno essere controllati da remoto, come anche i punti della patente. Contestare una multa costerà meno e il ricorso al prefetto potrà essere fatto per via telematica”.
Che tempi prevedete per l’approvazione definitiva del nuovo Codice della Strada?
“Il 15 luglio il nuovo codice arriverà in Aula a Montecitorio per la prima approvazione, poi toccherà al Senato. Vista l’importanza di questo provvedimento per la vita quotidiana di tutti i cittadini e degli utenti della strada, ci auguriamo che venga approvato entro l’autunno”.