Di vero non c’è nemmeno il nome della protagonista. La santona Gisella Cardia, la donna che custodisce la sedicente Madonna che lacrima sangue a Trevignano Romano si chiama Maria Giuseppa Scarpulla e sulle spalle ha due procedimenti penali: uno per bancarotta fraudolenta e l’altro per controversia societaria. In realtà ci sarebbe anche l’accusa di abusivismo edilizio sull’altipiano di Campo delle Rose dove Gisella (o Maria Giuseppa) ha costruito un vero e proprio santuario popolato da fedeli che raggiungono il lago di Bracciano per assistere alle lacrime sante.
La santona Gisella Cardia, la donna che custodisce la sedicente Madonna che lacrima sangue a Trevignano, si chiama Maria Giuseppa Scarpulla
Ogni terza domenica le “lacrime” della statuetta attiravano centinaia di curiosi in adorazione. La santona Gisella raccontava di essersi messa in viaggio verso Medugorje dopo avere scontato la sua pena (poi sospesa) quando all’improvviso la statuetta che portava con sé aveva cominciato a lacrimare. Inevitabile l’idea di posizionare una copia della Vergine sopra una collina. Da qui ai messaggi che la Madonna invierebbe in via riservata alla donna per essere trasmessi poi all’intera umanità il passo è breve.
Non ci è dato sapere se la Vergine chiami Cardia o Scarpulla la sua messaggera designata. I miracoli a catalogo erano diversi. C’erano – ovviamente – statuette che piangevano sangue e olio santo, c’erano le stimmate e c’era la stessa abilità di Gesù di moltiplicare i pani e i pesci. Anzi Gisella era ancora più performante del figlio di Dio: “Santa” Gisella affermava di essere in grado di moltiplicare anche pizze e gnocchi che in quei luoghi di scampagnata potrebbero tornare utilissimi per apparecchiare un picnic improvvisato.
L’appuntamento con il miracolo avrebbe potuto filare liscio a lungo se non fosse intervenuto lo scorso 6 aprile un investigatore privato molto curioso, Andrea Caciotti, che ha depositato un esposto contro la donna dopo avere fatto analizzare il sangue del miracolo che dalle analisi risulterebbe essere un più prosaico sangue di maiale. Inevitabile l’indagine della Procura di Civitavecchia mentre la diocesi di Civitacastellana ha istituito una commissione per effettuare “un’indagine previa, finalizzata ad approfondire l’eventuale fenomenologia dei fatti, che si verificano da qualche tempo a Trevignano Romano”.
Sbucano i fedeli pentiti. Luigi Avella, 70 anni, ex funzionario del ministero dell’Economia laureato in giurisprudenza e teologia che in un’intervista a La Stampa racconta la sua “terribile esperienza con una donna diabolica”. Tenetevi forte. Avella spiega di aver dato 123 mila euro di cui 30 mila al marito di “Gisella”. E gli altri alla Onlus Madonnina di Trevignano. “Devo dire la verità: nessuno dei due mi ha mai chiesto soldi. Ma sapevo che ne avevano bisogno”. Ovvero, spiega sempre Avella, “dovevano comprare materiale per le attività che fanno da contorno alla gestione del miracolo delle lacrime, come 30 panche, la recinzione del terreno, un’auto, un garage. Ho pagato tutte queste cose: lo posso provare perché ho fatto bonifici bancari”.
I bonifici li ha fatti tra febbraio e giugno 2020. Mentre usciva da un periodo difficile della sua vita, dice. “Mia moglie a causa di un incidente stradale ha avuto problemi alla schiena. Dopo che ha ripreso a camminare bene ho voluto ringraziare la Onlus”. Avella e Gisella. Maria Giuseppa erano diventati amici: “Pensi che quando hanno festeggiato i 10 anni di matrimonio, Gisella mi ha chiesto di accompagnarla all’altare, nella cerimonia religiosa. Non ho figli e quel gesto mi è sembrato molto importante, mi sono sentito un po’ come suo padre. Insomma, mi fidavo e così poi ho dato i soldi”, spiega.
Un dubbio gli sorge quando viene nominato direttore dei lavori per la recinzione del terreno delle apparizioni in via di Campo delle Rose. Luigi Avella è laureato in legge e un ingegnere come direttore dei lavori serve, eccome. Non c’è Madonna che tenga. Così, spiega Avella “mi sono allontanato. Poi, ho iniziato ad avere perplessità sul miracolo e ho scritto il libro “Le false apparizioni di Trevignano”. Intanto la santona è sparita.
“È andata semplicemente in vacanza”, dice la sua avvocata Alessandra Orlando provando a smentire l’ipotesi della fuga. A difenderla c’è Rosanna Chifari, la dottoressa che ha “certificato” le sue stimmate. E qui la vicenda diventa politica. Chifari fa parte della direzione del movimento IppocrateOrg, divenuto famoso per avere contestato le misure contro il Covid vedendo nell’rx presidente Usa, Donald Trump (e nel famigerato Steve Bannon), uno dei punti di riferimento. Sono quelli che volevano curare il Covid con l’ivermectina e che immaginavano un mondo sterminato dai vaccini.
La dottoressa Chifari, sostenitrice della santona scomparsa, è consulente della commissione sanità del Senato. In un suo curriculum messo in rete dalla associazione LiberaMente della quale era membro del comitato scientifico si legge: “A partire dal Gennaio 2009 ad oggi la dr.ssa, Chifari è consulente per la Commissione Sanità del Senato della Repubblica Italiana sotto la guida del Sen. A. Tomassini”. Non è un caso: i medici “non allineati” di Ippocrate sono un punto di riferimento della Lega di Matteo Salvini fin dall’inizio della pandemia. La domanda è semplice: la certificazione della stimmate della santona (che non si trova più) è firmata da una dottoressa (che forse non distingue sangue della Madonna da sangue di maiale) pagata anche con soldi pubblici?