Nuovo caso Giuli svelato da Report, destra e renziani all’assalto di Ranucci

Report svela il "doppio lavoro" della sorella del ministro e fa infuriare il centrodestra. Che attacca Ranucci e la sua redazione

Nuovo caso Giuli svelato da Report, destra e renziani all’assalto di Ranucci

“Un attacco alla reputazione della Camera”. “Fango sulla sorella di un ministro”. “Un assist alla destra”, fino a “L’Hamas dell’informazione”… Sono solo alcuni dei commenti, o meglio, degli attacchi, piovuti ieri contro Sigfrido Ranucci e la redazione di Report, dopo la messa in onda della seconda puntata della trasmissione.

A non essere “piaciuto” al centrodestra (ma anche ai renziani) l’inchiesta sulle reali attività di Antonella Giuli (sorella del ministro della Cultura, Alessandro), giornalista, da gennaio scorso alle dipendenze dell’ufficio stampa della Camera dei Deputati, in virtù di un contratto a chiamata nominale da 120mila euro l’anno di compenso. Per Report, oltre a lavorare per la Camera, la Giuli farebbe anche da addetta stampa ad Arianna Meloni, che segue nelle manifestazioni politiche.

La Giuli si “difende” con il figlio malato

Una ricostruzione negata dalla Giuli, la quale poche ore prima della messa in onda aveva anche diramato un comunicato nel quale svelava di avere un figlio “affetto da una grave patologia curabile ma non guaribile, tale da rendere necessario il contributo della legge 104 art.3 comma 3”. Tuttavia il motivo del contendere del servizio non era certo quello. Il problema, come spiegato sia da Ranucci sia dal giornalista Giorgio Mottola, sono le assenze dal posto di lavoro per seguire Meloni e, comunque, l’incompatibilità sancita dal contratto di assunzione degli addetti stampa della Camera, con qualunque tipo di attività politica. Anche durante i giorni di ferie.

Destra e renziani contro Ranucci & Co.

Una semplice verità che però il centrodestra sta cercando si affossare, giocando la carta della vessazione di una madre sfortunata… “L’attacco sferrato da Report tenta di infangare in modo falso e strumentale non solo la reputazione di Antonella Giuli ma anche la Camera dei deputati”, ha urlato ieri il questore della Camera, Paolo Trancassini (FdI), perché “nel servizio vengono messe insieme una serie di accuse gravissime, non verificate, false e diffamatorie in linea con la nuova stagione di Report ”. Tanto che Trancassini  chiederà “al presidente (della Camera, ndr) e agli uffici competenti di valutare se ci sono gli estremi per intraprendere un’azione legale a tutela dell’onorabilità della Camera dei deputati”.

Di “solita ipocrisia della sinistra e delle femministe”, ha parlato invece il ministro Daniela Santanché, accostando in maniera alquanto mirabolante l’inchiesta sulla Giuli alle immagini della ragazza rimasta semi-nuda in Iran, “Urla per i loro diritti. Silenzio su Report che infanga la sorella di Giuli e sull’eroina iraniana che viene internata dal regime”. Di “autogol politico” e “strategia controproducente” (come se Report facesse politica e non giornalismo d’inchiesta) ha discettato invece il senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, mentre su Twitter Maria Elena Boschi esprimeva “Solidarietà a #AntonellaGiuli, alla sua famiglia e un abbraccio speciale a suo figlio”.

Per Gasparri dietro Report ci sarebbe Hamas

In tutta questa bagarre, non poteva certo mancare il senatore Maurizio Gasparri, che ieri contro Report ha annunciato un ricorso all’AgCom “relativo alla violazione del silenzio elettorale da parte della trasmissione , andata in onda sui Rai 3, domenica 27 ottobre, in riferimento alle elezioni, proprio mentre questa consultazione elettorale si svolgeva”, mentre sulla puntata di domenica si è invece “concentrato” sul servizio sulla Palestina: “Ho fatto bene a segnalare alla magistratura gli antisemiti della Rai. Report Rai3 è l’Hamas della tv. Dietro c’è più di quel che appare”, ha twittato.

Il solito successo di pubblico

Sono molti però gli italiani che non la vedono come il centrodestra. La trasmissione ha infatti realizzato quasi il 9% di share, con oltre 1,6 milioni di telespettatori (la terza più vista della serata televisiva) e nel corso della puntata sono state toccate punte di circa l’11% e oltre 1,8 milioni.

“Nonostante le ennesime aggressioni e intimidazioni politiche Report si conferma un programma di inchiesta capace di far le pulci al potere, come è dovere del giornalismo. Il lavoro della squadra guidata da Ranucci è coerente con la mission del Servizio ed è un vero e proprio fiore all’occhiello della Rai”, commenta il capogruppo M5s in Vigilanza Rai Dario Carotenuto, “lo dimostrano anche gli ascolti. È la prova che il pubblico riconosce e premia la qualità dell’informazione libera e approfondita. È doveroso sostenere con determinazione chi, come la squadra di Report, mantiene vivo lo spirito di servizio pubblico, nonostante le pressioni indebite della mala politica”.