Nulla di nuovo dal governo. Sul fronte fiscale le destre continuano a utilizzare il guanto di velluto nei confronti degli evasori e su quello della sicurezza ancora una volta partoriscono provvedimenti repressivi con un inedito accanimento nei confronti delle donne incinte. Due i nuovi decreti legislativi fiscali approvati ieri dal Consiglio dei ministri. Il primo aiuto agli evasori estende il regime di collaborazione con le aziende, che potranno evitare sanzioni avviando un dialogo con l’amministrazione finanziaria. Il secondo punta ad accelerare la digitalizzazione per alleggerire il contenzioso tributario e renderlo più rapido.
I nuovi regali agli evasori del governo
Dopo il concordato preventivo biennale arriva il potenziamento dell’adempimento collaborativo (corporate compliance), il regime che instaura un dialogo costante tra fisco e contribuente, anche con controlli ex ante. Oggi è riservato solo alle imprese con un volume di affari superiore al miliardo, mentre le nuove regole lo estendono, gradualmente, fino ad arrivare nel 2028 a quelle che hanno ricavi per 100 milioni di euro. Le imprese che aderiscono possono presentare un Tax control framework ed un gruppo di esperti emetterà “una certificazione su questo rischio fiscale che comporta una serie di agevolazioni anche sul versante dell’accertamento: si ridurranno i tempi dell’accertamento, si elimineranno le sanzioni amministrative, ci sarà un interpello agevolato tra contribuente e amministrazione finanziaria”, ha spiegato il viceministro al Mef, Maurizio Leo.
Le sanzioni potranno essere ridotte a zero se il contribuente si mostra pienamente collaborativo, comunicando in modo tempestivo, tramite l’interpello, i rischi fiscali. Il governo è poi intervenuto sul processo tributario perché “un obiettivo del Pnrr è smaltire il contenzioso pendente davanti alla giustizia tributaria”, e in Italia “abbiamo 42mila controversie pendenti con 10mila nuovi ingressi. Dovevamo mettere ordine”, ha spiegato Leo. Il provvedimento potenzia l’informatizzazione del processo, prevedendo tra l’altro che tutte le comunicazioni siano effettuate tramite Pec e che le notifiche e i depositi di tutti gli atti avvengano solo telematicamente. Vengono poi previste udienze da remoto, se una delle parti lo richiede. Sempre per ridurre i casi pendenti in Cassazione si potenzia l’istituto della conciliazione, che oggi non è prevista per quei casi.
La stretta sulle detenute madri
Approvato un pacchetto di norme che introduce nuovi reati e ne aggrava le pene per altri. Il giro di vite è contenuto in un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri. Tra le norme più discusse quella che rende non più obbligatorio ma facoltativo il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne condannate quando sono in stato di gravidanza o sono madri di figli fino a tre anni. Il rinvio può essere escluso se da esso derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori reati.
Prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età). La ratio, ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è quella di intervenire sui casi delle “borseggiatrici”. Un nuovo reato punisce inoltre chi organizza (o partecipa a) una rivolta in un carcere o in un centro di accoglienza per i migranti. Altro reato introdotto: “detenzione di materiale con finalità di terrorismo”. C’è il contrasto alle occupazioni abusive. Una stretta, inoltre, sulle truffe agli anziani. E sui blocchi stradali. Gli agenti di sicurezza, fuori dal servizio, sono autorizzati a detenere un’arma da fuoco privata diversa da quella d’ordinanza.