La promessa di Vladimir Putin di interrompere gli attacchi su larga scala non sembra essere stata mantenuta, anzi la pressione russa resta altissima. Allarmi aerei su tutta l’Ucraina, “raid ovunque” e appelli ai cittadini a nascondersi nei rifugi. Nella notte anche Kiev è stata di nuovo colpita da “attacchi di droni kamikaze”.
“I russi pensano che questo li aiuterà a vincere la guerra ma mostra soltanto la loro disperazione” ha detto il capo di stato maggiore della presidenza ucraina, Andriï Iermak, dopo una serie di esplosioni che hanno scosso il distretto di Shevchenkiv, nel centro della capitale.
Secondo il corrispondente del Guardian a Kiev, sono nove le esplosioni sentite nel centro della capitale ucraina. Secondo la Tass, che cita media ucraini, pennacchi di fumo si stanno alzando sopra l’ufficio centrale della compagnia energetica nazionale ucraina Ukrenergo e dalla stazione centrale. Il sindaco di Kiev ha postato su Twitter la foto di un drone kamikaze esploso.
Anche Kiev è di nuovo sotto attacco. Gli ucraini spingono a Sud e sono pronti a liberare Zaporizhzhia
Le truppe di Kiev spingono a sud, per riprendersi Kherson e Zaporizhzhia. Mentre gli attacchi oltre confine, nella regione di Belgorod, sono diventati quasi quotidiani. Quasi all’ottavo mese, le forze in campo appaiono equivalersi sui due fronti principali. Nel sud gli ucraini stanno spingendo per riconquistare i villaggi intorno a Kherson, in vista dello scontro finale nel capoluogo regionale.
A Zaporizhzhia le autorità locali in esilio hanno annunciato che le truppe di difesa hanno inflitto gravi perdite al nemico e si stanno preparando a liberare tutte le zone occupate. Per il viceministro della difesa Hanna Malyar il rapporto delle vittime è di un ucraino su sei russi. Nel Donbass invece si assiste ad una ripresa della spinta dei russi.
La situazione è “molto difficile”, soprattutto intorno alla città strategica di Bakhmut, ha ammesso lo stesso Volodymyr Zelensky. Nel Donetsk sette insediamenti sono stati bersagliati dai separatisti, che hanno rivendicato la conquista di due villaggi. Per allontanare la pressione, gli ucraini hanno bombardato il capoluogo, colpendo il palazzo del governatore.
Il campo di battaglia nel frattempo si è esteso quasi stabilmente oltre confine. Come dimostrano i nuovi raid che si sono abbattuti sulla regione di Belgorod: ben dodici esplosioni sono state segnalate dai residenti nei pressi dell’aeroporto. Le autorità hanno assicurato che le difese anti-aeree hanno retto, ma si contano almeno 4 feriti. Nei giorni scorsi erano stati colpiti depositi di munizioni, una centrale elettrica e un deposito di carburante, ed è ancora da chiarire quanto accaduto nella base militare russa dove 11 soldati sono rimasti uccisi in una sparatoria. Apparentemente – è la versione di Mosca – provocata da due reclute provenienti da un Paese ex sovietico.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, pur assicurando che “il coinvolgimento della Nato nel conflitto non sta in alcun modo influendo sui nostri obiettivi”, ha ammesso che “il potenziale” dell’Alleanza atlantica “è un peso aggiuntivo” da sopportare per la Russia, in termini di “mobilitazione economica e di altro tipo”.
In arrivo nuove forniture di armi da Stati Uniti e Francia
Intanto Stati Uniti e Francia sono pronti a inviare nuove forniture di armi a Kiev e sistemi antimissile e di contraerea. Mosca, invece, secondo l’intelligence britannica, è a corto di missili e munizioni e “probabilmente non è in grado di ricostituire le scorte, al ritmo con cui vengono consumate”.
Tra l’altro, la raffica di attacchi che si sotto abbattuti per la tutta la settimana sull’Ucraina, con circa 80 razzi da crociera, secondo Londra “limiterà la loro capacità di colpire il volume di obiettivi desiderati in futuro”.
Putin, che dovrebbe mandare circa 9 mila unità in Bielorussia per la forza congiunta, ha chiesto un ulteriore aiuto all’Iran: gli 007 americani ritengono che Teheran sia pronta a fornire al suo alleato non solo droni d’attacco, ma anche missili terra-superficie. Una mossa che preoccupa Israele: “La consegna da parte dell’Iran di missili balistici alla Russia è una chiamata” per lo stato ebraico a “fornire aiuto militare all’Ucraina”, ha twittato il ministro per la Diaspora, Nachman Shai.