Il prossimo appuntamento è previsto mercoledì quando in Commissione arriverà l’atto del Governo sottoposto a parere parlamentare e relativo alla “Acquisizione di Sistemi individuali di combattimento-Soldato sicuro”. Parliamo, in pratica, di equipaggiamenti moderni e in grado di far fronte alle varie circostanze che un militare deve fronteggiare. Già, perché a quanto pare i nostri soldati “godono” di strumentazioni non sempre al passo con i tempi. In ogni caso, la spesa che l’Italia dovrà affrontare non è di poco conto: da qui al 2031 parliamo di ben 754 milioni di euro. Ma non è l’unica.
Negli ultimi mesi, infatti, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha consegnato al Parlamento una mole incredibile di atti che prevedono una ingente spesa pubblica per investimenti militari e su cui ora si attende il parere delle commissioni competenti. Come La Notizia aveva già avuto modo di raccontare, non c’è solo l’acquisizione di un nuovo e più moderno equipaggiamento. Spicca, ad esempio, l’acquisizione di “veicoli tattici ad alta tecnologia per la mobilità tattica terrestre dell’Arma dei carabinieri”. In altre parole, blindati per cui dal 2020 al 2031 si prevede una spesa di 112 milioni di euro. E poi i nuovi sommergibili U212: dal 2019 al 2030 si calcola una spesa di 806 milioni, parte della quale ancora a carico dello Sviluppo economico. Non potevano poi mancare i droni per potenziare la capacità di “Intelligence, Surveillance and Reconaissance della Difesa”. Anche qui l’investimento è di prim’ordine (ma rimodulato grazie all’impegno dei pentastellati): 716 milioni in 15 anni. E poi, ancora, si prevede l’acquisto di 398 blindati, questa volta per la Difesa, al modico costo di 300 milioni. E, ancora, nuovi elicotteri “di supporto al combattimento e per esigenze addestrative della Difesa” (382 milioni).
L’OK AI NUOVI MISSILI. La particolarità di questi decreti, però, non è solo nell’oggetto e nella spesa, ma anche nella poca trasparenza degli atti. A lungo, infatti, i testi dei decreti, pur in discussione in Parlamento, risultavano non disponibili sui siti istituzionali. Eloquente il caso del programma pluriennale relativo “allo sviluppo, alla successiva produzione ed al supporto logistico decennale del sistema missilistico Teseo Mk2/E Evolved”. Nei giorni scorsi è arrivato l’ok allo schema di decreto sia della Commissione Bilancio. Peccato, però, che nonostante quell’ok il testo continuasse a non essere disponibile. Un’idea di cosa significhi tale programma in soldoni la si può però avere consultando il Documento Programmatico Pluriennale 2019-2021.
È qui, infatti, che sono richiamati tutti i programmi militari, anche quelli che oggi attendono l’ok del Parlamento. Ebbene, il nuovo sistema missilistico ha lo scopo “di salvaguardare la capacità missilistica superficie-superficie della componente marittima della Difesa”. Costo: 150 milioni (anche se il programma nella sua interezza, incluse tutte le fasi, prevede un onere complessivo di 395 milioni), a carico del fondo investimenti del MiSE, secondo quanto riportato nel Documento Programmatico. Sommando i vari programmi, alcuni dei quali già approvati e altri in via di approvazione come nel caso di “Soldato sicuro”, ecco che si arriva a una conclusione: nei prossimi anni spenderemo miliardi in armi.