Il Patto asilo e migrazioni presentato mercoledì a Bruxelles come prevedibile, non scatena certo gli entusiasmi di Roma. L’esecutivo Ue non si spinge a chiedere ai paesi più recalcitranti, sostanzialmente Austria e i paesi del blocco di Visegrád, di farsi carico in maniera obbligatoria dei migranti: auspicando una “solidarietà tra i 27 per la gestione dei flussi migratori” e una serie di “forme flessibili di sostegno su base volontaria” la questione del superamento del regolamento di Dublino certo non si risolve. Soprattutto per quei Paesi, come l’Italia e la Grecia che per conformazione geografica si trovano necessariamente ad essere invase da migliaia di migranti che, per effetto del principio del “primo ingresso”, poi vi rimangono mesi, se non addirittura anni.
Seppur riscontrando elementi di discontinuità col passato, il Patto non può essere certo considerato per noi vantaggioso, come ha affermato ieri audizione davanti al Comitato Schengen la stessa titolare del Viminale Luciana Lamorgese: “La presentazione da parte della Commissione del nuovo Patto europeo su migrazione ed asilo rappresenta un passaggio atteso da diversi mesi, con il quale si avvierà, già a partire dal Consiglio dei ministri dell’Interno dell’Ue previsto per il prossimo 8 ottobre, una fase cruciale dei negoziati per la riforma della Strategia migratoria della Ue. Da una primissima analisi dei testi sembra di cogliere elementi di discontinuità rispetto alle proposte degli scorsi anni, anche se non ancora quel netto superamento del sistema di Dublino da noi auspicato.
Disponiamo di una base di lavoro che ha molti aspetti interessanti e che rappresenta un importante punto di partenza per il negoziato che partirà a breve. È in quella sede che l’Italia continuerà a portare avanti le sue richieste, chiedendo il pieno superamento dell’attuale sistema che ruota attorno alla responsabilità dello Stato di primo ingresso che non può essere ulteriormente gravato”. Sulla stessa linea della ministra dell’Interno il Movimento 5 stelle, che affida a Filippo Perconti, capogruppo pentastellato in Comitato Schengen, il commento alla proposta di Palazzo Berlaymont: “Nei giorni in cui si discute del piano europeo sull’immigrazione è di grande utilità raccogliere dalle parole della ministra Lamorgese quanto fatto dal governo italiano in questi mesi per gestire le criticità nelle Regioni in cui ci sono stati maggiori arrivi.
I dati del Viminale ci parlano di 8.400 migranti trasferiti dalla Sicilia in altre parti del territorio nazionale al termine del periodo di quarantena. Positivo anche l’annuncio della ministra riguardo all’hotspot di Lampedusa che tra stasera e domani dovrebbe essere svuotato. Ricordiamo che ci sono anche altri comuni che in questi mesi hanno subito una forte pressione per l’incremento degli arrivi e ci auguriamo che il governo continui a garantire la giusta attenzione anche a queste realtà. Importante anche l’accelerazione sul tema dei rimpatri verso la Tunisia che a ottobre dovrebbero essere intensificati. C’è disponibilità a predisporre ulteriori voli, oltre ai due settimanali già operativi, per riportare in Tunisia i migranti.
Anche sul fronte balcanico l’aumento delle riammissioni verso la Slovenia è un passo in avanti”, continua. “Ci aspettiamo che, come auspicato dal governo, si arrivi a una svolta a livello europeo sulla gestione del fenomeno migratorio. La situazione emergenziale che si vive periodicamente in alcune delle nostre regioni va risolta con il superamento del meccanismo previsto dal regolamento di Dublino e rendendo finalmente automatici i ricollocamenti e la solidarietà europea”, conclude il deputato.