Affari verticali per l’edilizia milanese. Una grande abbuffata di volumetrie in verticale a cui sta partecipando anche il Comune di Milano: solo tra settembre e ottobre l’Amministrazione Sala ha ceduto diritti edificatori per oltre 40mila metri quadrati. Più o meno un altro bosco verticale o, per dirlo in euro, una ventina di milioni. Tutto perché a Milano si è scatenato un ricchissimo mercato delle perequazioni.
Il sistema degli affari verticali
Di cosa si tratta? Nel capoluogo lombardo si vendono e comprano diritti edificatori per aumentare le volumetrie. Ad esempio: il Piano di governo del territorio stabilisce che a Milano si possa costruire 0.35 metri cubi per ogni metro quadro di terreno. C’è un gigantesco però che sta facendo la fortuna dei costruttori di torri: se il terreno si trova nelle vicinanze di una stazione della metro o dei treni, è possibile applicare indici più alti, anzi triplicati.
Quindi è possibile costruire un metro cubo per ogni metro quadrato. Con questa accortezza molte persone si sono trovate in mano un tesoro virtuale molto monetizzabile e i costruttori un’occasione di vedere esplodere il numero di piani che potevano costruire: perché in molti hanno spesso proprietà che non vogliono o possono sviluppare, ma possono cedere i diritti così da monetizzarli subito.
Il registro di queste vendite è pubblico, ma non del tutto, nel senso che oltre ad alcuni privati e al Comune di Milano, ci sono molti Omissis al posto del nome del venditore di alcuni lotti milanesi. Segno che potrebbero esserci nomi importanti impegnati in queste compravendite.
Gli interventi
Intanto il commercio dei palazzi virtuali continua, favorendo nuove iniziative immobiliari come quelle della Bluestone in via Crescenzago dove si stanno costruendo due torri con un indice ben superiore allo 0,35 di base, perché come spiegano dall’azienda “Per l’intervento edilizio in oggetto l’indice edificatorio è quello previsto dal vigente Pgt pari a un metro quadro su metro quadro di area fondiaria aumentato del 5% per il raggiungimento degli obbiettivi di efficientamento energetico come prevede l’art. 12, D.L. 28/2011 (cfr. misure di semplificazione in attuazione della direttiva 2009/2008/CE sulla promozione dell’uso della energia da fonti rinnovabili e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE)”.
Tutto a norma di legge comunale dunque, anche se un gruppo di cittadini di Crescenzago che sta formando un comitato si chiede se questo caricare le infrastrutture di zona come le fognature di centinaia di nuovi scarichi non metta a rischio la stabilità e la sicurezza dei cittadini. Perché l’intervento di Bluestone a Crescenzago, che non è l’unico del genere in zona, cambia la natura dell’insediamento: tra Crescenzago e Cimiano sono previste una mezza dozzina di torri a sentire Michele Sacerdoti, consigliere di Europa Verde nel Municipio 3.
Il giro d’affari con le costruzioni verticali
Un carico di persone e mezzi, perché ci saranno centinaia di auto in più in zona, che potrebbe mettere alla prova la circolazione. Al di là del caso Bluestone nello specifico c’è da capire se questa frenesia di vendite di palazzi immaginari possa avere un effetto di lungo corso su tutta l’infrastruttura cittadina, visto che già esistono quartieri dove con regolarità si verificano esondazioni con relativi danni a cose e persone.
Ma grazie alla normativa milanese è tutto regolarissimo. E la voglia di affari verticali è fortissima nella città che sta vivendo la fase giardini pensili: il prezzo medio al metro quadro dei diritti edificatori era di 427 euro a inizio anno. Oggi si parla già di punte del doppio.
di Andrea Ramazzini