C’è una realtà che svanisce ogni giorno nella polvere della propaganda. L’Italia è l’ultima in Europa per tasso di occupazione, con appena il 62,2% delle persone tra i 15 e i 64 anni che lavorano. Otto punti in meno rispetto alla media europea, che si attesta al 70,9%. Sono i dati più recenti di Eurostat, che nel suo ultimo rapporto ha certificato come il nostro Paese resti fanalino di coda in Europa per il lavoro.
Il divario è ancora più marcato per le donne: in Italia lavora solo il 53,1%, mentre la media europea si attesta al 66,3%. Ancora più critica la situazione dei giovani: il tasso di occupazione tra i 15 e i 24 anni è appena del 19,2%, contro il 34,8% dell’Unione europea. Un distacco di oltre quindici punti percentuali. Nel complesso, il tasso di disoccupazione ufficiale è al 9,7%, ma con enormi differenze territoriali: nel Sud sfiora il 17%.
Nonostante questi dati allarmanti, l’agenda politica continua a muoversi in altre direzioni. Il governo rivendica una crescita occupazionale, ma si tratta di un aumento inferiore alla media UE. Nel frattempo, l’attenzione politica sembra spostarsi sul riarmo: il bilancio della difesa è aumentato fino al 2% del PIL, mentre le misure strutturali per l’occupazione restano insufficienti.
Nel frattempo, il paese reale sprofonda. I giovani senza impiego non vedono futuro, le donne rimangono ai margini del mercato del lavoro e chi lavora spesso lo fa con salari indegni. Ma la propaganda è più forte dei numeri. Così si celebra una crescita illusoria mentre l’Italia resta fanalino di coda dell’Europa. Forse è il caso di smettere di nascondere la realtà dietro cortine di fumo e iniziare a guardare in faccia il problema. Prima che sia troppo tardi.