Alessandro Righi
Erano andati a caccia del tesoro i tre “falsi finanzieri” che giovedì mattina hanno ucciso Silvio Fanella, il cassiere della banda di Gennaro Mokbel. Ma quel tesoro non lo avevano trovato perché Fanella lo aveva nascosto accuratamente nel sottotetto di un appartamento a Pofi, in provincia di Frosinone, che era nelle sue disponibilità. Di un tesoro vero e proprio si tratta. Con 34 bustine di diamanti, dollari ed euro in contanti e cinque orologi di gran pregio. Pure un rolex. Per un valore complessivo di qualche milione di euro.
Obiettivo tesoro
Dopo questo ritrovamento chiave si è sgonfiata del tutto l’ipotesi “esecuzione”. I tre, quasi certamente, puntavano a sequestrare Fanella per arrivare al tesoro.
Il broker si sarebbe opposto e per questo avrebbe pagato con la vita. Secondo gli investigatori potrebbe essere stato proprio lui ad aprire il fuoco per primo; la sua pistola sarebbe stata poi portata fuori dall’appartamento dai killer.
Uno dei tre del commando (non è escluso però che ci siano altri complici), Giovanni Battista Ceniti, ex di Casa Pound Italia, si trova ricoverato al Policlinico essendo stato colpito da un colpo; le sue condizioni sono migliorate e quindi presto potrebbe essere ascoltato dal Gip. Sono ancora tanti i nodi da sciogliere, ma ora le indagini sull’omicidio della Camilluccia, quartiere della Roma bene, sembra essere a un punto di svolta. Non è escluso nemmeno che possa essersi trattato di un furto su commissione. Già nel 2012 qualcuno aveva provato a sequestrare Fanella, senza riuscirci.
Spuntano le telecamere
Altro punto da sciogliere riguarda la provenienza di quel tesoretto. Secondo gli inquirenti Fanella si sarebbe impossessato anche della parte di proventi di alcuni complici della maxi-truffa da 2 miliardi di euro ai danni di Fastweb-Telecom Italia Sparkle. Ma le indagini proseguono perché quella trovata non è che una minima parte del tesoro. Si trattiene il riserbo, ma a immortalare i killer di Fanella potrebbe averci pensato una telecamera. Mistero sulla presenza o meno di apparecchiature di ripresa video in via della Camilluccia a pochi civici di distanza. Mentre la loro fuga potrebbe essere stata ripresa da telecamere lungo il tragitto. Perché i killer potrebbero essere scappati con la vettura di altri complici, secondo quanto ipotizzato dagli investigatori. Non è escluso che i due uomini possano essere saliti su una seconda macchina dopo avere abbandonato la Fiat Croma in via Premuda, nel quartiere Prati. Tra il materiale sequestrato è spuntato anche un tesserinino falso della Guardia di finanza con un nome di un finanziere inventato, dosi di cocaina e anche fascette e cerotti.
Vita privata
Gli inquirenti continuano a passare al setaccio tutto. Si sta scavando anche nella vita privata di uno dei presunti assassini, rimasto ferito ieri mattina, per acquisire elementi utili a risalire ai suoi complici. A quanto accertato Giovanni Battista Ceniti non abitava nella capitale e sarebbe venuto a Roma appositamente per provare a sequestrare Fanella.