Nove mesi di morte e distruzione. Quasi 200mila vittime e oltre 5 milioni di profughi

Nove mesi di morte e distruzione. In Ucraina sono costati quasi ducentomila vittime e oltre cinque milioni di profughi

Morte e distruzione. Le uniche certezze, dopo quasi nove mesi dall’ìnvasione dell’Ucraina da parte della Russia, sono scolpite con il sangue alle porte dell’Europa. Avere una stima precisa del numero delle vittime è praticamente impossibile. Ma a dare l’idea del prezzo pagato alla guerra in termini di vite umane è il picco di 950 morti in un solo giorno. Mai così alto.

A dirlo è il bollettino quotidiano del ministero della Difesa ucraino. La fonte è ovviamente di parte e fin dall’inizio del conflitto rifiuta di dichiarare le perdite da parte ucraina. Ma il dato record è comunque significativo perché, sebbene il numero reale dei caduti potrebbe non essere esatto (non a caso è oggetto di contestazione), la tendenza è invece del tutto credibile.

Bollettino di guerra

L’aggiornamento parla di “oltre 74mila” russi morti dallo scorso 24 febbraio, quando è scattata quella che Vladimir Putin ha chiamato “operazione militare speciale”. Oltre a 2.734 carri armati, 5.552 mezzi corazzati, 1.755 sistemi d’artiglieria, 390 lanciarazzi multipli, 198 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensivi attacchi, le forze russe avrebbero anche perso 277 aerei, 258 elicotteri, 4.16 unità navali e 1.42 droni.

Un bilancio in netto contrasto con le dichiarazioni del ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu, dopo settimane di silenzio sulle conseguenze del conflitto per le forze russe. Secondo Shoigu, “le nostre perdite nell’operazione speciale ammontano a 5.937 persone”, mentre più di 61.200 militari ucraini sono morti e circa 49.400 sono rimasti feriti. “Le Forze Armate ucraine avevano tra le 201.000 e le 202.000 persone, ma hanno subito più di 100.000 perdite”, ha detto stando alle dichiarazioni riportate dall’agenzia Interfax.

Il conto totale sale quindi a circa 175mila morti. Ai quali vanno aggiunti 7,3 milioni di profughi che dall’inizio della guerra hanno abbandonato l’Ucraina. Mentre è stimato tra i 2 e i 3 milioni il numero degli ucraini che hanno fatto ritorno in patria dopo averla abbandonata. Il numero attuale dei profughi si aggirerebbe quindi tra i 4 e 5 milioni. A metà agosto il capo delle Forze Armate ucraine, generale Valerii Zaluzhnyi, confermava la morte di quasi 9.000 soldati di Kiev dall’inizio dell’invasione russa. In questi mesi squadre di ricercatori indipendenti che raccolgono tutte le immagini di veicoli russi distrutti hanno scoperto che il loro conteggio non si discosta in modo significativo da quello del bollettino.

Il ministro Shoigu, ha detto che la mobilitazione di trecentomila russi è completa e che ottantaduemila sono già arrivati sul fronte – e questa potrebbe essere una spiegazione. I mobilitati spediti in zona di guerra senza addestramento e senza esperienza hanno meno chance di cavarsela rispetto ai soldati professionisti.

Certo è che “secondo i nuovi dati del difensore civico dell’Ucraina, fino a inizio ottobre in Ucraina sono morti 422 bambini. Questo è un numero ufficialmente registrato. Invece 805 bambini hanno riportato ferite di diversa gravità”. A denunciarlo è S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della chiesa greco-cattolica ucraina, nel video messaggio che dall’inizio dell’aggressione su vasta scala della Russia, registra e invia ogni giorno in diverse lingue. L’arcivescovo maggiore di Kiev fa riferimento in particolare al massiccio e costante bombardamento su Zaporizhzhia e Mykolaiv.

Come se non bastasse energia e acqua sono le due emergenze più gravi su tutto il territorio ucraino: “A causa di questi attacchi missilistici e bombe – dice Shevchuk – l’approvvigionamento energetico dell’Ucraina è stato danneggiato. Quasi un terzo degli impianti che generano, distribuiscono e forniscono energia elettrica, è stato danneggiato. Nelle grandi città la mancanza di energia elettrica si trasforma subito in un grave bisogno e causa la mancanza di acqua. Ad oggi, 1.400.000 ucraini non hanno accesso a fonti di acqua potabile. Dobbiamo fare il possibile per far dissetare la gente nella nostra Patria”.

Le truppe russe in Ucraina sono di bassa qualità, hanno il morale a pezzi e sono indisciplinate. Gli 007 di Londra ricordano che i generali russi hanno chiesto che i loro comandanti fossero autorizzati a sparare ai disertori. Una richiesta indicativa della bassa qualità delle truppe russe. Intanto sul campo si continua a combattere. Nel Sud dell’Ucraina le unità missilistiche e di artiglieria delle Forze di Difesa ucraine hanno lanciato 70 attacchi contro le postazioni russe. Lo ha dichiarato il Comando operativo Sud ucraino in un post su Facebook, come riporta Ukrinform.

Secondo l’esercito di Kiev, le truppe di Mosca stanno fortificando le posizioni sulla riva sinistra del fiume Dnipro e costringendo i residenti degli insediamenti circostanti a lasciare i loro luoghi di residenza sulla riva destra del fiume. Allo stesso tempo, non smettono di limitare l’uso delle imbarcazioni e l’accesso alla riva. Insomma, dopo quasi nove mesi dall’inizio della guerra, non ci sono ancora né vincitori né vinti.

Nessuno vuole cedere e non ci sono mediatori credibili in grado di mettere Putin e Zelensky intorno a un tavolo per mettere la parola fine ad un conflitto dai costi insostenibili. E non solo in termini di vite umane. La Kiev School of Economics ha infatti strimato che per la ricostruzione dell’Ucraina occorreanno investimenti tra i 500 e i 1000 miliardi di dollari. Senza contare i costi indiretti, a cominciare dal caroenergia.