Una nuova stella potrebbe a breve brillare nel cielo vaccinale internazionale; potrebbe brillare per la gioia dei No Vax che l’attendono come un messia capace di allontanare le loro irrazionali paure. Si tratta del nuovo vaccino Novavax – made in Usa – che presto – tra il 16 e il 20 dicembre 2021 – potrebbe essere approvato dall’Ema, Agenzia Europea del farmaco e poi seguire il tradizionale iter con l’approvazione quasi immediata dell’Agenzia italiana del farmaco.
Il nuovo vaccino si distingue da quelli precedenti e che abbiamo imparato a conoscere che usano differenti tecnologie. Ricordiamo che Pfizer e Moderna utilizzano la tecnologia a mrna messaggero che fa produrre alle cellule umane la proteina spike, cioè il grimaldello che il virus usa per ficcarsi dentro le cellule stesse infettandole.
Invece AstraZeneca e Johnson & Johnson utilizzano la tecnologia a vettori virali (innocui), ma hanno dato dei problemi in alcune fasce d’età. Novavax utilizza invece delle “proteine ricombinanti” che si aggregano con minuscole particelle virali che vengono riconosciute dal nostro sistema immunitario che a sua volta produce anticorpi.
NIENTE SCHERZI. La comunità scientifica ripone grande speranza che questa tecnologia più tradizionale – già utilizzata per i vaccini contro la pertosse, l’herpes zoster, epatite e meningite, che non manomette – sia pur temporaneamente – il Dna cellulare per far produrre la proteina Spike, possa vincere l’irrazionalità dei No Vax che a livello mondiale si sentono più rassicurati. Dunque si tratta di un vaccino assai promettente per continuare a perseguire una campagna vaccinale totale che abbia in definitiva l’obiettivo di raggiungere quella immunità di gregge che permetterebbe di uscire dalla pandemia.
Oltretutto, Novavax ha un costo contenuto e questo potrebbe essere la carta vincente per vaccinare i Paesi in Via di Sviluppo che non hanno risorse da spendere per vaccini come Pfizer o Moderna, dal costo per loro proibitivo, e ora potranno optare per una soluzione alternativa e a buon mercato. Marco Cavaleri che è il responsabile della task force dell’Agenzia europea del farmaco ha dichiarato che: “I dati presentati dall’azienda parlano di un’efficacia intorno al 90% e sono comunque solidi. Credo che il vaccino possa ottenere l’approvazione per la metà di dicembre, visto che alla fine gli standard di sicurezza e qualità della produzione sono stati allineati a quelli richiesti dall’Ema e dall’ Fda americana”.
L’ALTRA SOLUZIONE. Come si vede l’efficacia vaccinale è dell’ordine (lievemente minore) di quella dei primi della classe e cioè Pfizer e Moderna ed anche la conservazione è semplice, in frigorifero. Sul fronte dei vaccini graditi ai No Vax arriverà a breve anche il franco -austriaco Valneva che utilizza una tecnologia ancora diversa ma sempre simile a quella di Novavax e cioè contiene il virus del Covid disattivato.
In pratica si tratta di una tecnologia che è quella dei primi vaccini che furono ideati nel XX secolo e che, per questo, viene ritenuta dagli scettici del mrna come una garanzia di affidabilità. Proprio per questo la comunità internazionale ripone grande interesse per simili sieri che, secondo loro, potrebbe indurre i No Vax tradizionali a vaccinarsi per il loro bene e per quello della comunità.