Giuseppe Marasco era presente a un incontro in una sede di comitato elettorale di Fratelli d’Italia di Manfredonia dove ha corso alle ultime Comunali per il sindaco Ugo Galli raccogliendo il record di 208 preferenze tanto da poter aspirare, probabilmente, anche ad un assessorato dopo il ballottaggio. Quando un suo collega si è scusato per essersi tolto la giacca per il troppo caldo Marasco ha detto: “Noi siamo abituati ai forni crematori”. E tutti giù a ridere. Poi Marasco preciserà che si riferiva al caldo e non all’Olocausto.
Il pugile Frank Mascia, uno con molti follower su Tik Tok, candidato non eletto con la Lega alle ultime elezioni amministrative a Settimo Torinese, si è mostrato in video mentre fa il saluto romano e sbeffeggia il reato di apologia di fascismo: “Della legge Scelba ce ne freghiamo”, dice. E propone un “raduno dei camerati” per settembre nella cittadina dell’hinterland torinese. A Riano, vicino a Roma, là dove due mesi dopo il rapimento e l’uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti vennero ritrovati i suoi resti, il monumento commemorativo è stato vandalizzato con la scritta “W il Fascio”, di fianco al mazzo di fiori del Presidente della Repubblica posato per i 100 anni dall’assassinio.
Qualche giorno fa a Roma i condomini del palazzo dove visse Matteotti avevano cancellato dalla targa in suo ricordo la dicitura “ucciso per mano fascista”. Per timore dei vandali, dicono. Senza bisogno di infiltrarsi sotto mentite spoglie nella compagine giovanile di Fratelli d’Italia (come nell’importante inchiesta di Fanpage), il ritorno di una certa nostalgia per il Ventennio si nota. Basta leggere le cronache locali, giorno dopo giorno. Un’incedere continuo che alza la temperatura dell’acqua mentre le rane inconsapevoli bollono.