Nordio nel mirino: l’inaugurazione dell’anno giudiziario diventa il giorno del giudizio

All'inaugurazione dell'anno giudiziario, la presidente Cassano rifila tre stilettate a Nordio. E avverte: "Rendere giustizia è più difficile”

Nordio nel mirino: l’inaugurazione dell’anno giudiziario diventa il giorno del giudizio

Davanti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, a parlare fitto. Dietro, solo, isolato, un arrancante guardasigilli Carlo Nordio. Se ciò che pensa l’inquilino del Quirinale (nonché presidente del Csm) sulla riforma della giustizia si può solo indovinare, l’immagine regalata ieri al termine dell’inaugurazione nuovo anno giudiziario al Palazzaccio non depone certo per la sintonia tra Mattarella e Nordio.

Le bordate della presidente Cassano a Nordio

Una (non) sintonia certificata in modo pacato ma fermo anche da Cassano nella sua relazione, dove ha richiamato al “rispetto” tra le istituzioni, per un vero e proprio “patto per lo stato di diritto”, in modo da “alimentare la fiducia dei cittadini” (prima bordata).

L’alto magistrato ha illustrato lo stato di salute del comparto giustizia affermando che “i dati restituiscono una immagine della magistratura diversa” da quella rappresentata e “posta alla base di progetti riformatori” (seconda bordata).

Una magistratura che, “conscia delle sue responsabilità”, cerca di assolvere “al meglio i propri doveri” con “impegno professionale, senso del limite e della misura”. Un ruolo svolto in una fase in cui, per Cassano, “rendere giustizia” è divenuto “più difficile” (bordata numero tre).

L’attacco al ministro del Procuratore generale Salvato

Molto meno “pacato” è stato invece l’intervento sull’azione anti-giudici del governo, da parte del Procuratore generale, Luigi Salvato, il quale ha parlato di magistratura come “sentinella anche del rispetto dei limiti che si impongono al legislatore, presidiati infine dalla Corte costituzionale”.

Per Salvato si intravedono “preoccupanti segnali”. “Vi sono segnali di una crisi di fiducia nella Magistratura, preoccupante perché investe uno dei capisaldi dello Stato costituzionale di diritto. La fiducia non va confusa con il consenso sul merito dei provvedimenti”. Per il procuratore “il consenso è la fonte di legittimazione delle funzioni politiche, non del potere giudiziario, che si radica nella legalità, nell’autorevolezza nello stabilire la verità giudiziaria, attestata dalla motivazione dei provvedimenti che, all’esito di un giusto processo, danno applicazione alla legge”.

E aggiunge: “La fiducia non si recupera senza l’opera del Parlamento”. “L’equilibrio fissato dalla Costituzione impone che i poteri si riconoscano reciprocamente, senza infingimenti legati al contingente” e, a questo scopo, “mai può giovare all’equilibrio tra poteri una Magistratura inutilmente sfregiata, agli occhi dei cittadini, dell’indispensabile autorevolezza della giurisdizione”.

Dal ministro le solite frasi sulla riforma e gli auto-elogi

Dal canto suo, Nordio ha rifilato ai presenti la solita minestra, la stessa pronunciata due giorni fa alle Camere, auto-incensandosi per i brillanti risultati raggiunti da quando c’è il governo Meloni e ricordando che la separazione delle carriere “è un dovere assunto verso gli elettori”. “La riforma si presenta nuova, ma per quanto riguarda l’indipendenza e l’autonomia della magistratura. I contenuti della riforma sono ben noti ma ribadisco ancora una volta: il postulato assoluto dell’indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo”, ha aggiunto.

Le tre emergenze: violenze di genere, l’allarme carceri e morti sul lavoro

Circa le relazioni, secondo la presidente Cassano, le emergenze restano le violenze di genere, l’allarme carceri e le morti sul lavoro. Nel 2024 su un totale di 314 omicidi volontari (in calo dell’8% rispetto ai 340 dell’anno precedente e ai 328 del 2022), quelli maturati in ambito familiare sono 151 e in 96 casi hanno come vittima una donna. Dati “allarmanti” in quanto “espressione – ha detto Cassano – di una perdurante, angusta concezione della donna quale oggetto di possesso e dominio da parte dell’uomo”.

Situazione drammatica anche sul fronte dei suicidi nei penitenziari (quei penitenziari che come ha detto Nordio non sono poi così affollati…). Infine, per quanto riguarda i morti sul lavoro, nei primi 11 mesi del 2024 sono stati mille, il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le denunce di infortunio sul lavoro sono state 543.039 (+0,1% rispetto allo stesso periodo del 2023). In aumento del 21,7% rispetto al periodo precedente le patologie di origine professionale denunciate, pari a 81.671.

“Esiste una forte correlazione tra qualità, dignità, sicurezza del lavoro come testimoniato dal numero inaccettabile di infortuni con esito mortale che continuano a verificarsi con drammatica periodicità”, ha concluso la Prima presidente.