Per il ministero della Giustizia l’imputazione coatta nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro è “irragionevole”. Fonti del ministero guidato da Carlo Nordio sottolineano che l’imputazione coatta “nei confronti di qualsiasi indagato, dimostra l’irrazionalità del nostro sistema”.
Per via Arenula è “necessaria una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio”. La decisione del gip di Roma di procedere con l’imputazione coatta per Delmastro, quindi, viene criticata dal ministero. Il giudice capitolino ha ribaltato la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura per l’indagine nei confronti del sottosegretario per rivelazione di segreti d’ufficio.
Il ministero della Giustizia contro l’imputazione coatta
Per il ministero della Giustizia nel processo che segue l’imputazione coatta, “l’accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento, in coerenza con la richiesta di archiviazione”. Le fonti continuano: “Laddove, al contrario, chiederà una condanna non farà altro che contraddire se stesso”.
Da via Arenula si sottolinea ancora: “Nel processo accusatorio il Pubblico ministero, che non è né deve essere soggetto al potere esecutivo ed è assolutamente indipendente, è il monopolista dell’azione penale e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l’accusatore stesso non crede”.
Le fonti del ministero sottolineano che la “grandissima parte delle imputazioni coatte si conclude” con “assoluzioni dopo processi lunghi e dolorosi quanto inutili, con grande spreco di risorse umane ed economiche anche per le necessarie attività difensive”. E proprio per queste ragioni dal ministero si ritiene necessaria “una riforma radicale che attui pienamente il sistema accusatorio”.