Prima l’incendio, di natura dolosa, nel palazzo dove abita la cognata del direttore in via Sedile di Porto a Napoli. Poi quello, sempre doloso, che ha colpito un bar in via XXV Luglio a Cava de’ Tirreni (Salerno), di proprietà della famiglia di un giornalista della testata. Se, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina, quelli citati poc’anzi hanno le sembianze di avvertimenti lanciati nei confronti dei cronisti di Fanpage.it, il giornale online diretto da Francesco Piccinini che con l’inchiesta “Bloody Money” su rifiuti, appalti e politica sta scuotendo la Campania, visto pure il coinvolgimento del figlio del governatore Vincenzo De Luca, Roberto. Per ora gli inquirenti, è bene sottolinearlo, non hanno escluso alcuna pista, specificando però, in riferimento all’episodio di Cava de’ Tirreni, che non ci sono elementi a sufficienza né prove “per confermare che sia un attentato o un messaggio trasversale contro gli autori del video”. Vedremo. Ma certo, i dubbi restano. Perché si sa: c’è sempre chi non gradisce troppo – per usare un eufemismo – che i giornalisti mettano il becco in certe cose.
Un po’ com’è accaduto, ultimo caso in ordine di tempo, all’inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti e ai suoi operatori, che due giorni fa nel quartiere Zen 2 di Palermo, durante un’inchiesta sul traffico di stupefacenti, sono stati aggrediti con sassi e persino un colpo di pistola che ha perforato la portiera della loro auto. Non è la prima volta peraltro che Brumotti è vittima di un’aggressione: era già successo il 9 gennaio di quest’anno, quando il biker era stato preso a sassate e bottigliate da alcuni pusher alla stazione centrale di Milano. Insomma, l’andazzo è questo. Del resto, i numeri di Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio promosso da Fnsi e Ordine dei giornalisti allo scopo di monitorare minacce e intimidazioni agli operatori dell’informazione, parlano chiaro.
Dall’inizio dell’anno, Ossigeno ha già censito minacce a 25 giornalisti. L’anno scorso sono state 423 in totale, con 84 aggressioni fisiche, 156 avvertimenti e 17 danneggiamenti. Dal 2006, sommando tutti i casi, il numero sale fino a toccare quota 3.508. Numeri monstre. Gli ultimi quattro casi si sono consumati a cavallo fra il 10 e il 17 gennaio. Il 10 Vinicia Tesconi, redattrice de La Gazzetta di Massa Carrara, si è vista negare l’accesso a una conferenza stampa del Procuratore della città, Aldo Giubilaro. Tre giorni dopo è toccato a Gianluigi Deidda de L’Unione sarda essere insultato e schiaffeggiato dagli organizzatori di un falò in onore di Sant’Antonio Abate mentre documentava un controllo della Guardia forestale. Il 15 invece Paolo Borrometi, fondatore del sito laspia.it, già vittima di aggressioni in passato, ha ricevuto minacce e insulti sulla sua pagina Facebook da alcuni utenti, tra cui la figlia di un boss. Infine, il 17, Fabio Pignatelli di Canale85 (Puglia) è stato picchiato mentre documentava un incidente stradale: la sua telecamera è stata gettata in mare da conoscenti della vittima.
Twitter: @GiorgioVelardi