“Non siamo un’associazione a delinquere”: De Luca bombarda il Pd

Il governatore campano De Luca sfida la leadership del PD con dichiarazioni al vetriolo. Schlein nel mirino, partito in subbuglio.

“Non siamo un’associazione a delinquere”: De Luca bombarda il Pd

Siamo ancora allo scontro aperto tra Vincenzo De Luca ed Elly Schlein. Il governatore della Campania, noto per la sua verve polemica e la sua capacità di polarizzare l’opinione pubblica, ha lanciato l’ennesima sfida alla segretaria del Partito Democratico. 

Il casus belli questa volta è il commissariamento del Pd campano, una decisione che De Luca considera un affronto personale e un tentativo di minare la sua autorità sul territorio. “In Campania il Partito democratico è commissariato da due anni perché nell’ultimo congresso il 70% non ha appoggiato la mozione di Schlein. Non accade neanche nella Corea del Nord”, tuona il governatore. 

Lo scontro sul commissariamento: “Neanche in Corea del Nord”

Ma De Luca non si ferma qui. Con la sua proverbiale ironia al vetriolo, attacca frontalmente Antonio Misiani, il commissario inviato da Roma: “Misiani avrebbe dovuto dimettersi dopo aver chiesto scusa. Il Pd è un partito, non un’associazione a delinquere”. Parole forti, che gettano benzina sul fuoco di un partito da quelle parti già diviso e in difficoltà.

Il governatore campano, che non ha mai fatto mistero della sua insofferenza verso le logiche di partito, rivendica l’autonomia del Pd regionale: “La vita del Pd della Campania si decide qui, non a Roma“. Un messaggio chiaro alla segreteria nazionale, accusata di voler imporre decisioni dall’alto senza considerare le realtà locali.

De Luca, attacco frontale a Schlein: “Non è cambiato nulla”

Ma l’attacco più duro è riservato proprio a Elly Schlein. De Luca mette in discussione la leadership della segretaria: “Schlein si era proposta come il cambiamento ma in due anni non è cambiato nulla, non si valorizza il merito ma i maggiordomi dei capicorrente”. Il governatore non risparmia critiche nemmeno al gruppo dirigente del Pd nazionale: “Il 90% della segreteria del Pd non rappresenta nulla, né nei propri territori né nella società italiana”.

De Luca, che si considera un “uomo libero, senza correnti e padroni”, vede nel tentativo di impedirgli un terzo mandato alla guida della Regione Campania un’aggressione personale e politica. “La questione del terzo mandato è una grande palla”, afferma, sottolineando come ad altri esponenti del partito sia concesso ciò che a lui viene negato.

Il governatore campano non lesina critiche nemmeno alla gestione complessiva del partito: “Il Pd non è credibile per governare l’Italia. Oggi il Pd ospita tutto quello che è contro natura, contro ragione e contro decenza”. Parole durissime, che dipingono un quadro a tinte fosche del principale partito di opposizione.

De Luca attacca Schlein, ma le riconosce alcuni meriti

Tuttavia, De Luca riconosce alcuni meriti a Schlein, in particolare l’apertura sui temi sociali oltre che sui diritti civili. Ma subito dopo aggiunge: “Per governare un paese come l’Italia serve un programma e una coalizione credibili in grado di parlare alla maggioranza delle famiglie italiane”. Un monito che suona come una sfida aperta alla leadership attuale.

Lo scontro tra De Luca e Schlein sembra destinato a protrarsi, in un braccio di ferro che vede da un lato la volontà di centralizzazione del partito, dall’altro la rivendicazione di autonomia dei territori. Un conflitto che rischia di logorare ulteriormente un Pd già in difficoltà, alla ricerca di una identità chiara e di una strategia efficace per contrastare il governo di centrodestra.

Il futuro del Pd in Campania, e più in generale il rapporto tra centro e periferia all’interno del partito, dipenderà in larga misura dall’esito di questo scontro. Una cosa è certa: con Vincenzo De Luca in campo il dibattito politico non mancherà di colpi di scena e di momenti di alta tensione. Dietro alle quinte Giorgia Meloni sorride.