Se il centrosinistra piange, il centrodestra certo non ride sul piano ReArmeu di Ursula von der Leyen. Nella maggioranza di governo, infatti, a spiccare è naturalmente la posizione del più trumpiano di tutti, il vice-premier Matteo Salvini, che, alla disperata ricerca di una collocazione “diversa” dalla maggioranza, si è votato al pacifismo. Domenica era in piazza con i banchetti. Ieri invece è tornato a cannoneggiare la posizione del governo: “La Lega è d’accordo con tutto quello che avvicina la pace”, ha ribadito, “Zelensky parla di pace, Putin parla di pace, grazie a Trump si parla di pace”, ha aggiunto, mentre “in Europa qualcuno parla di armi nucleari, esercito europeo, di soldati da mandare in Ucraina”, riferito al presidente francese Emmanuel Macron.
“Non ha senso fare miliardi di debito per nuove armi”
Ciò che “per la Lega” non ha senso è “fare centinaia di miliardi di euro di debito, non per le scuole, gli ospedali o le pensioni, ma per nuove armi”. Come Lega “noi diciamo sì a investire per potenziare l’esercito italiano. Sì per pagare di più e meglio poliziotti, carabinieri, militari, sì per comprare nuovi mezzi per le nostre forze armate”, ma “metterci in comune con chi parla di guerra, ahimè, no”, ha concluso.
La risposta di Tajani
“Guardare alle forze armate come se fossero solo bombe e armi è un errore gravissimo. La linea del governo è molto chiara, l’ha indicata il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri condivide questa posizione che è la linea ufficiale”, ha detto invece il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Quella uscita dal vertice straordinario Ue “è una proposta seria per rafforzare” la sicurezza dell’Europa, “una proposta che il governo italiano ha deciso di sostenere”, ha continuato Tajani, sottolineando che “sicurezza non è soltanto la corsa alle armi” dal momento che “le nostre forze armate, che dovranno essere rinforzate come quelle di tutta Europa – anche per rispettare gli impegni che abbiamo preso con la Nato – garantiscono la sicurezza di ogni cittadino” come ad esempio con l’operazione ‘Strade Sicure’.
Insomma, neanche il centrodestra, di fronte alla corsa alle bombe è unito. Ma loro, per quanto divisi e su sponde opposte, riescono sempre a trovare un modo per convivere e andare avanti, conservando il potere. Un’arte che il centrosinistra è lungi dal maneggiare.