Le Lettere

Non è un’Ue per migranti

Sono eritrea, ma vivo in Italia fin da bambina. Vorrei sapere qual è la posizione dell’Ue sui migranti. Accoglienza? Rimpatri? Pugno di ferro? Ancora non l’ho capito.
Fatma Edris
via email

Gentile lettrice, due anni fa, intervistato da una rete tv, mi sentii porre la stessa domanda e risposi: “Se c’è una posizione, è che in Europa nessuno vuole i migranti”. Spiegai che dietro l’ipocrita retorica – solidarietà, diritti, accoglienza – si nascondeva il fatto che tutti i Paesi li scansavano come la peste: la Francia di nascosto li portava a Ventimiglia perché entrassero in Italia, la Germania finanziava 10 o 12 Ong perché li depositassero a Lampedusa al fine di svuotare la rotta balcanica che conduceva in Germania, la Svezia si scherniva: “No, grazie, siamo il Paese che ne ha di più pro capite”, e via così. Portai anche l’esempio della premier danese Mette Frederiksen, che aveva preso in affitto un carcere in Kosovo per piazzarci i migranti in attesa di processo o non in regola con qualche burocrazia. L’ipocrita motivo ufficiale era la carenza di posti nelle prigioni danesi. E parliamo di una premier socialista, sostenuta dal partito di sinistra radicale, mica una nazista xenofoba. Adesso anche la retorica fasulla è venuta meno e 15 Paesi di Est e Nord Europa chiedono apertamente all’Ue di attuare politiche di deportazione. E Ursula pare favorevole a creare punti di raccolta extraeuropei, nonostante il flop della Meloni, copertasi di ridicolo in l’Albania, e il flop di Londra che annunciò la deportazione di massa in Ruanda, fermata poi dalla Corte Suprema e dalla Corte d’Appello. Benvenuta in Europa, Signora.