Nient’altro che una conferma, ma anche sul Pnrr l’Italia dimostra di non essere un Paese per donne e giovani. Soprattutto sul fronte del mercato del lavoro. A spiegare il perché è Openpolis sottolineando come le tre priorità trasversali del Pnrr – parità di genere, parità generazionale e abbattimento dei divari territoriali – non siano state di fatto applicate.
Il governo Draghi aveva fissato, tra gli obiettivi del Pnrr, anche il miglioramento delle condizioni di giovani e donne. Oggi, dopo tre anni, non si sa quali siano stati gli effetti e, soprattutto, per quanto riguarda l’occupazione di donne e giovani nei bandi del Pnrr, il criterio non viene quasi mai rispettato.
Gli obiettivi del Pnrr sull’occupazione di donne e giovani
Uno degli obiettivi del Pnrr fissati nel 2021 è quello di aumentare il tasso di occupazione di donne e giovani, tanto da fissare un vincolo per gli operatori economici che vincono le gare d’appalto finanziate dal piano: devono assumere almeno il 30% di giovani under 36 e almeno il 30% di donne.
Nel 2023 il 69% dei bandi aperti non aveva previsto quote di assunzioni per donne e giovani. Dopo un anno, a inizio aprile 2024, la situazione è quasi invariata: ben il 64% dei bandi non prevede questi vincoli. In 151.863 mancano i riferimenti, mentre nel 3% dei casi le quote sono inferiori rispetto al 30% previsto per donne e giovani. Infine, il 32% dei bandi rispetta l’obbligo prendendo l’impegno per le assunzioni.
Le deroghe
Il mancato rispetto di questi criteri è possibile grazie a delle deroghe previste per casi specifici: la stazione appaltante deve decidere se usufruire di queste deroghe e poi deve comunicarle all’Anac. Nel 42% dei casi il motivo della deroga è indicato nell’importo ridotto del contratto, quindi le aziende ritengono insufficienti le risorse per poter assumere anche giovani e donne.
Nel 39% dei casi viene indicata come motivazione un generico “altro”. Poi nel 6% dei casi si ricorre alla deroga giustificandola con la necessità di assumere personale con particolari esperienze e abilitazioni, escludendo soprattutto i giovani. La scarsa occupazione femminile nel settore di riferimento è invece indicata come motivazione nel 5% dei casi di mancata applicazione del vincolo.
Ovviamente questi dati vanno inquadrati in una questione più ampia di divergenza di genere e di mercato del lavoro poco accogliente per donne e giovani nel nostro Paese. Ma sul tema delle priorità traversali del Pnrr, come sottolinea Openpolis, bisognerebbe capire qual è l’impegno del governo, considerando che finora non ha mai pubblicato documentazione sul tema o chiarito le sue intenzioni.