Lo dice Matteo Salvini dagli Stati Uniti. Lo ribadisca Luigi Di Maio a Roma. Non c’è procedura d’infrazione Ue che tenga: il taglio delle tasse è nel Contratto di Governo e deve essere fatto con la prossima Legge di Bilancio. Senza se e senza ma. Nel giorno in cui il leader della Lega apre la visita a Washington, assicurando che “l’Italia vuole tornare ad essere il primo partner, il partner più importante nel continente europeo per la più grande democrazia occidentale” – come parlare a nuora (l’amministrazione Trump) perché suocera intenda (la Commissione europea) – e spinge per una “Manovra trumpiana”, il capo politico M5S, dopo aver riunito la squadra dei ministri pentastellati, conferma “la compattezza del gruppo sulle priorità del Movimento, che sono tre: l’abbassamento delle tasse, il salario minimo e il conflitto di interesse”. Insomma, un indirizzo politico chiaro con qualche sfumatura.
FRONTE COMUNE. Quasi un promemoria per il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria, impegnati in queste ore nella delicata trattativa con la Commissione europea (leggi pezzo a pagina 3) nel tentativo di scongiurare la procedura d’infrazione per eccesso di debito che Bruxelles potrebbe raccomandare in via definitiva (dopo averla già avviata nei giorni scorsi) al Consiglio europeo e sulla quale deciderà, a maggioranza, l’Ecofin del 20-21 giugno prossimi. “L’ostinazione dell’Ue sui vincoli, sull’austerità non aiuta. Per questo ci apprestiamo a trattare con l’Unione europea da pari a pari senza timori reverenziali”, taglia corto Salvini, in un punto stampa organizzato a Washington, dove come detto si trova in visita istituzionale. “Possiamo decidere come modularla negli anni, ma un taglio delle tasse ci deve essere assolutamente – aveva, del resto, già ribadito alla vigilia della missione -. Convinceremo la Ue con i numeri, la cortesia, altrimenti le tasse le taglieremo lo stesso, e la Ue se ne farà una ragione”. Insomma, avverte Salvini, i margini per “la flat tax ci devono essere. Non è una scelta. Poi si può decidere come modularla negli anni, ma un taglio delle tasse, non per tutti ma per tanti, dovrà essere presente nella prossima manovra economica”.
SGRAVI FISCALI. Trovando sponda, sia pur con qualche distinguo, in Di Maio. Che ieri a Palazzo ha riunito i ministri Cinque Stelle per tracciare la linea. Un incontro convocato dal leader M5S, dopo i colloqui avuti sia con lo stesso Salvini sia con il premier Conte. “La Flat tax si farà e sarà rivolta al ceto medio. L’abbassamento delle tasse è indispensabile e vogliamo rilanciare la nostra economia. Quindi su questo punto avanti come un treno”, taglia corto il vicepremier Di Maio al termine del vertice con la squadra dei ministri pentastellati. Mettendo sul tavolo anche un’ulteriore proposta. Durante l’incontro per approfondire i termini della proposta sul salario minimo, che si rivolge a una platea Di circa 4 milioni di italiani, il ministro del Lavoro ha messo sul tavolo una prima proposta di riduzione del cuneo fiscale da inserire nella prossima legge di bilancio. “Bisogna restituire dignità a milioni di lavoratori sottopagati, ma al contempo occorre aiutare anche le imprese uccise dalle tasse”, chiarisce Di Maio, agganciando l’iter delle due proposte (salario minimo e taglio del cuneo). Un modo per blindare soprattutto la prima dopo le riserve sollevate dalla Lega circa l’opportunità di applicare il tetto legale minimo orario indiscriminatamente a tutte le tipologie di lavoro. Quanto ai chiarimenti richiesta da Bruxelles al Governo (il termine scade venerdì), la lettera non partirà prima di domani sera. Quando, al rientro di Salvini dagli Usa, ci sarà un vertice a tre con Conte e Di Maio.