L’immagine plastica per comprendere in sintesi cosa sia oggi la partita delle nomine a Viale Mazzini è quella del tetris. Tutto dipende dalla posizione di alcuni “pezzi pregiati” per comprendere, a ruota, come verranno posizionati tutti gli altri. La partita è piuttosto complicata. Partiamo dai tempi. Fino a ieri si dava per certa la riunione del Consiglio di amministrazione per venerdì. Ma siccome il cda Rai va convocato almeno 48 ore prima della riunione, è sempre impossibile che domani il pacchetto su cui si troverà la quadra possa essere approvato (a meno che non si convochi una riunione d’emergenza). Nel frattempo, come previsto, Marcello Foa è tornato ieri pomeriggio da Israele a Roma, ma della convocazione nessuna traccia. Insomma, anche se si dovesse trovare la quadra tra le due forze di maggioranza, è certo ormai che conosceremo i nomi dei nuovi direttori prima della prossima settimana.
UOMINI IN CAMPO – Accanto ai tempi, ovviamente, ci sono i nomi. Al momento le posizioni nella maggioranza sono cristallizzate. Con la Lega che ancora non ha abbandonato il tentativo di rivendicare per sè la direzione del Tg1, con Gennaro Sangiuliano. Ed è da quella casella che a cascata – in base alla decisione finale – cambierebbe tutto il puzzle. Lo schema, finora, prevedeva il telegiornale della rete ammiraglia affidato a un nome indicato da M5S. Un’operazione che, però, non ha ancora il via libera degli stessi 5 stelle, divisi tra chi pensa che sia più importante avere la guida della rete, che controlla i programmi di intrattenimento e di approfondimento, e chi ritiene che sarebbe troppo affidare alla Lega Tg1, TgR (con la conferma di Alessandro Casarin) e magari anche Rai sport (con Iacopo Volpi o Maurizio Losa). Ecco che il tentativo ultimo è quello di mediare. Salvini, infatti, sarebbe disposto anche ad accettare il nome di Federica Sciarelli al Tg1, a patto che però a quel punto Sangiuliano vada al Tg2. E qui sta il vero dissidio. Di Maio vorrebbe al telegiornale della rete ammiraglia un nome ancora più fidato: Franco Di Mare o, ancora meglio, l’ex inviata a Bruxelles Giuseppina Paterniti. Scendono invece le quotazioni di Alberto Matano, considerato da una buona fetta dei pentastellati, in passato troppo vicino al Pd di Matteo Renzi: è possibile che alla fine a Matano venga data la presentazione di un programma d’informazione in prima serata.
GIRANDOLA – Ed è qui che il tetris si complica ulteriormente. A questo punto, infatti, la Sciarelli potrebbe andare anche a dirigere Tg3 scalzando così Luca Mazzà che, se non dovesse essere riconfermato, potrebbe andare al GrRadio o a Radio1. Senza dimenticare l’altra casella: quella della terza rete. Nonostante salgano le quotazioni di una riconferma per Stefano Coletta, non è detto che alla fine la Sciarelli non possa emigrare, piuttosto che al Tg, alla direzione delle rete 3. E, in quel caso la trottola riprendere a girare. E ancora. Se Sangiuliano dovesse andare al Tg2, a dirigere la seconda rete potrebbe essere un nome vicino ai Cinque stelle: la papabile è Maria Pia Ammirati, soprattutto dopo il passo indietro di Carlo Freccero, cui dovrebbe essere affidata la gestione editoriale. Resta, poi, Rai1: il nome qui, specie se il Tg dovesse andare a un nome in quota M5S, dovrebbe essere gradito alla Lega. In lizza potrebbe esserci Marcello Ciannamea, peraltro legato da amicizia con Marcello Foa. Ma non è detto che alla fine Angelo Teodoli venga riconfermato. Ultima casella da riempire RaiNews: salgono, anche se più sottobanco, anche le quotazioni di Francesco Piccinini, direttore di Fanpage, anche per per un rilancio web della testata. Ma non è detto, anche qui, che alla fine non ci siano sorprese.