Che gli esponenti della ex-maggioranza di Christian Solinas, in questo interregno post-elettorale, stiano facendo decine di nomine, non è una novità. Ma nel tourbillon di promozioni, poltrone e avanzamenti, soprattutto nella disastrata sanità sarda, ce n’è una che sta facendo discutere. Si tratta della promozione del dottor Giovanni Pietro Paolo Gusai a “Dirigente Medico, Direttore S.C. Chirurgia Generale e D’Urgenza afferente al Dipartimento Emergenza Urgenza P.O. San Michele dell’Arnas G. Brotzu di Cagliari”. In pratica, primario di chirurgia.
Gusai il 27 febbraio è stato promosso a capo della chirurgia del principale ospedale cagliaritano, ma lui compare (non indagato) nelle intercettazioni
Una nomina arrivata con la deliberazione 291 del 27 febbraio 2024. La commissione, nominata (composta solo da uomini, sebbene la legge prescriva la presenza di almeno una donna), esaminati oralmente i sei candidati, ha stablito che Gusai fosse il migliore. A destare scalpore nella vittoria di Gusai, non è tanto la preparazione scientifica, quanto il fatto che lo stesso Gusai appare – non indagato – nelle carte della maxi operazione antimafia della Dda di Cagliari dell’anno scorso. E, secondo i magistrati, sarebbe “soggetto certamente vicino al gruppo criminale”, come si legge nell’ordinanza di arresto.
È il 19 maggio 2020 quando, si legge nel dispositivo del Gip, in una sala riservatissima dell’ospedale cagliaritano Binaghi, il medico Tommaso Cocco organizza uno “spuntino” (cioè uno dei tanti summit durante i quali membri e sodali dell’associazione a delinquere si riunivano per parlare “di affari”). Con lui, nella stanza dell’ospedale pubblico riservata per gli incontri che non dovevano essere intercettati dalle forze dell’ordine, anche l’ex assessore regionale Gabriella Murgia e il bandito Nicolò Cossu. Ovvero quelli che gli investigatori ritengono i cervelli della banda. Tra i presenti c’è anche il chirurgo Gusai, cooptato dal collega Cocco.
“Nell’occasione”, annotano gli investigatori, “è stata registrata una conversazione tra Cocco e il collega Gusai, che riassume icasticamente i principi fondamentali dello “statuto” del gruppo. Cocco espresse prima di tutto il proprio compiacimento per essere riuscito ad organizzare un evento conviviale che vedeva la partecipazione di personalità così differenti per provenienza sociale (“un ambiente frammisto)”, scrivono gli inquirenti, “all’interno di una struttura pubblica ritenuta garanzia di riservatezza e impenetrabilità ‘investigativa’…”.
Secondo gli inquirenti, il nuovo primario sarebbe “soggetto certamente vicino al gruppo criminale”
Durante quel discorso fatto a Gusai, Cocco “meglio precisò il tema della provenienza eterogenea, rimarcando l’importanza di appartenere ad un sodalizio che comprendesse appartenenti a contesti criminali qualificati, capaci di esprimere dei ‘guardaspalle’ utili nelle più diverse occasioni”. Dice infatti intercettato: “Poi la verità siamo un bel gruppetto e quindi riesci a racimolare capito… Ti ho detto: da solo un fai un cazzo, da solo sei sempre solo, però quando ci hai tre, quattro guardiaspalle, cazzo, ti crea… Perché poi uno ti presenta un altro ecc…”. Parlando con Gusai, aggiunge, riferito ai presenti: “qui passi dall’assessore, dal consigliere, dal… già mi hai capito…”.
Non contento, Cocco consiglia all’amico/collega, che ha appena ottenuto il ruolo di primario all’ospedale di Lanusei di “farsi vedere in giro” con uomini di fama criminale, come appunto, Cossu “per tutelarsi in un ambiente, come quello ogliastrino, definito ‘pesantuccio’…”. E consiglia di avvisare Cossu una volta in Ogliastra, per non avere problemi e far capire a tutti che lui aveva degli amici “influenti”: “Quando sei sicuro di andare là, avvisa Nicolò. L’ambiente là è pesantuccio, ma quando sanno che sei amico suo, migliore di te non ce n’è… Funziona così”. Per i pm altro passaggio fondamentale è quello del 19 giugno 2020, quando Cocco con Cossu telefona a Gusai, a Lanusei da qualche tempo. Dopo qualche battuta, Cocco passa il telefono a Cossu, che domanda al neo-primario “se avesse amicizie in Ogliastra (…). E il chirurgo, avendo ben compreso il senso della domanda, gli rispose: ‘certo, dai quando vieni me li presenti’….”.