di Stefano Sansonetti
Chissà, forse è la volta buona. In molti ritengono che i prossimi giorni saranno decisivi per le nomine nelle società pubbliche. Un fatto è certo: ci sono aziende del Tesoro che da mesi brancolano nel buio, con consigli di amministrazione in disperata attesa di un rinnovo. Il motivo? C’è una guerra senza esclusioni di colpi tra le alte burocrazie del Tesoro, che in buona parte sfuggono al controllo del ministro Pier Carlo Padoan, e i componenti del giglio magico renziano, tra i quali non sempre sembra regnare l’armonia. In ballo un valzer di poltrone che ancora stenta a perfezionarsi in società come Consip, Sogei, Equitalia, Enav, Gse e chi più ne ha più ne metta. In queste ore, di sicuro, i grandi mandarini del Tesoro stanno tentando il blitz. Nel mirino, innanzitutto, c’è la Sogei. Qui i boiardi ministeriali stanno cercando di promuovere l’ascesa di Luigi Ferrara alla presidenza. A muovere fili, in particolare, è Roberto Garofoli, attuale capo di gabinetto di Padoan ma nel precedente governo di Enrico Letta segretario generale di palazzo Chigi. In quel periodo, proprio come vicesegretario generale, ha avuto modo di lavorare con Ferrara. Il quale da circa un anno è a capo del Dag, il dipartimento dell’amministrazione generale del Tesoro.
A TUTTO SCRANNO
Ferrara ha una certa dimestichezza con le poltrone, se si considera che è anche consigliere di amministrazione di Difesa Servizi, società della Difesa che si occupa tra le altre cose di gestione economica dei marchi delle Forze Armate. Insomma, spinto da Garofoli il suo obiettivo sarebbe quello di piazzarsi alla presidenza di Sogei. La posizione, ora, è occupata da Cristiano Cannarsa, che è anche amministratore delegato da agosto 2011 (nominato quindi nella fase finale di Giulio Tremonti a via XX Settembre). Su Cannarsa in queste settimane non sono emersi elementi utili a decifrarne il destino. Ma le carte dovranno essere scoperte, se si considera che domani è fissata l’ennesima assemblea. E chissà che non sia la volta buona. In ballo anche il destino di Consip, la strategica centrale acquisti del Tesoro che ormai è arrivata a intermediare appalti pubblici per 40 miliardi di euro. Qui la poltrona di presidente dovrebbe essere abbandonata proprio da quel Luigi Ferrara che sta provando a sistemarsi in Sogei. In bilico l’ad di Consip, Domenico Casalino (anche lui nominato amministratore delegato nell’ultima fase di Tremonti), che secondo alcuni rumors avrebbe sentito puzza di bruciato e starebbe tentando di accasarsi all’Enav, società dalla quale peraltro proviene. Oggi è prevista l’assemblea della Consip, ma alcune voci sostengono che potrebbe essere rinviata.
IL GIGLIO MAGICO
Di sicuro su Sogei e Consip si è appuntata l’attenzione dei renziani. Troppo ghiotti i sistemi informatici della prima e troppi ghiotti i maxiappalti gestiti dalla seconda per non scatenare appetiti. Ebbene, tra i fedelissimi di Matteo Renzi a occuparsi del futuro delle due società è tra gli altri Paolo Barberis, consulente di palazzo Chigi per l’innovazione e animatore di Nana Bianca, acceleratore fiorentino di imprese. Ma i dossier girano tra le mani anche di Marco Carrai e Yoram Gutgeld, altri due componenti del giglio magico. Dalle burocrazie del Tesoro, però, c’è un altro profilo che si sta distinguendo per un certo dinamismo. Si tratta di Francesco Paolo Schiavo, già vicino all’ex capo di gabinetto del Tesoro Vincenzo Fortunato. Ora Schiavo è al Dag insieme a Ferrara nella veste di direttore sistemi informativi. Anche lui, insomma, avrebbe messo nel mirino Sogei e Consip. Adesso bisognerà vedere se queste assemblee, ormai quasi fuori tempo massimo, saranno in grado di dire qualcosa. Situazione che non si è verificata ieri all’assemblea di Equitalia, per l’ennesima volta rinviata. E anche qui c’è una guerra tra i Visco (Vincenzo) boys e palazzo Chigi su cosa fare della società di riscossione. Con il rischio che lo stallo continui.
Twitter: @SSansonetti