Crollano i sogni di gloria del presidente campano, Vicenzo De Luca, e del suo collega veneto, il leghista Luca Zaia. La legge della Regione Campania che consentiva al presidente della giunta regionale uscente – che avesse già svolto due mandati consecutivi – di candidarsi per un terzo, è stata dichiarata ieri incostituzionale.
La motivazione della Consulta
L’articolo 1 della legge n.16/2024 della Regione Campania, spiega una nota di Palazzo della Consulta, “dopo avere previsto che non è immediatamente rieleggibile alla carica di presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi”, ha tuttavia stabilito che, “ai fini dell’applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”.
Con tale ultimo inciso, secondo i giudici costituzionali, “il legislatore campano ha reso inapplicabile, per la prossima tornata elettorale, il principio fondamentale del divieto del terzo mandato consecutivo posto dal legislatore statale con la legge n.165/2004”, così “violando l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce al legislatore regionale il compito di disciplinare, tra l’altro, le ipotesi di ineleggibilità del presidente della Giunta regionale nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica”.
“Il divieto del terzo mandato consecutivo opera, infatti, per tutte le Regioni ordinarie, dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale”, conclude la Consulta.
De Luca: “La legge non è uguale per tutti”
Lui, De Luca, non l’ha presa benissimo: “E’ stata accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti”, ha detto il governatore campano, “si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti”.
Un sollievo per Pd e Lega. E parte la caccia ai voti degli ex
Tuttavia la sentenza della Corte toglie parecchie castagne dal fuoco ai partiti di entrambi gli schieramenti. Il siluramento di De Luca, che aveva fatto del terzo mandato una questione personale, tanto da arrivare a sfidare apertamente la segretaria del Elly Schlein, permetterà ora al centrosinistra di scegliere un candidato presidente, senza la spada di Damocle della possibile concorrenza di una formazione “deluchiana”.
Anche se già in molti si sono fatti avanti per accaparrarsi i voti del presidente. A partire da Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Forza Italia, che ieri sera ha inviato una lettera ai segretari provinciali del partito per annunciare l’apertura delle liste ai transfughi. “Forza Italia è pronta al dialogo con tutti i consiglieri di centro che hanno condiviso un percorso con De Luca e che da oggi possono sentirsi liberi di fare scelte diverse”, ha scritto.
La fine dell’era Zaia
Dall’altra parte dello schieramento, la pronuncia della consulta azzoppa il governatore Zaia, spina nel fianco di Matteo Salvini, l’unico in grado di insidiarne la leadership. Al potere ininterrottamente da 15 anni, Zaia, forte di un serbatoio di voti personali quasi infinito, mirava a mantenere il controllo della Regione per un altro cinquennio, nonostante la sua maggioranza sia a pezzi. “La lunga era di Zaia è finita”, ha dichiarato ieri il senatore Andrea Martella, segretario regionale Pd del Veneto che ha chiesto di andare al voto già in autunno, “Si ponga fine al teatrino sulle elezioni, si fissi subito la data e si smetta di perdere tempo. Basta giochetti, basta meline, basta strumentalizzazioni. La democrazia non è un bene personale da piegare alle ambizioni di qualcuno. La legge dice che si vota ogni cinque anni. Punto”.
Intanto il Trentino vota il terzo mandato per Fugatti
Ma mentre a Roma si dichiarava lo stop al terzo mandato, in Trentino passava la legge a favore del terzo incarico per Maurizio Fugatti. Colpa della crisi tra Fdi e Lega e della spaccatura nel partito di Giorgia Meloni, grazie alla quale è passato il ddl del Carroccio che apre le porte alla terza presidenza di Fugatti. “Saranno i cittadini a decidere se meriterà o meno la conferma”, hanno dichiarato le leghiste trentine Vanessa Cattoi ed Elena Testor, “Il Trentino ha il diritto, in piena autonomia, di scegliere la propria forma di governo e la propria legge elettorale. La Lega sostiene con convinzione questa scelta, nell’interesse della stabilità e della volontà popolare”. Regione che vai, mandato che trovi…