Piatto forte del vertice straordinario dei leader europei di oggi – presente anche il leader ucraino Volodymyr Zelensky – sarà ovviamente la proposta di Ursula von der Leyen sul riarmo dell’Europa in grado – a suo dire – di ‘cubare’ ben 800 miliardi di euro.
Von der Leyen la calerà oggi sul tavolo, con l’intenzione di lavorare ai testi legislativi in tempo per il Consiglio europeo di fine marzo. La Commissione vuole andare in fretta e von der Leyen ha annunciato alla conferenza dei capigruppo dell’Eurocamera l’intenzione di voler bypassare il voto del Parlamento europeo sul piano ReaArm Europe utilizzando l’articolo 122 dei trattati dell’Unione europea, che permette all’esecutivo Ue di portare un testo direttamente al Consiglio Ue, senza il passaggio in aula, in caso di emergenze o catastrofi.
Ursula ha fretta e vuole bypassare il Parlamento europeo
“So che l’articolo 122 non vi piace, ma è lo strumento più rapido fornito dai trattati. L’intenzione non è quella di aggirare il Parlamento ma si tratta di un’emergenza esistenziale”, ha spiegato von der Leyen. Ma dovrà vedersela con gli europarlamentari che vorrebbero quelle risorse impiegate per altre emergenze dei cittadini europei.
“Ursula Von der Leyen vuole bypassare il Parlamento europeo e far passare il suo piano di riarmo utilizzando un codicillo nei Trattati. Ha paura della democrazia, ma la democrazia la spazzerà. È arrivato il momento di sfiduciare questa Commissione che non rappresenta più nessuno se non gli interessi delle lobby delle armi”, scrive in una nota la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.
Al vertice Ue “si affronterà il tema della coalizione dei volenterosi” per dare garanzie di sicurezza a Kiev, ovvero si inizierà a discutere quale potrà essere il ruolo dell’Ue – “finanziario, politico o altro” – nel caso si arrivi alla “tregua e alle missioni con truppe sul terreno”.
Meloni si presenta con una maggioranza spaccata. FI e Lega continuano a darsele
E l’Italia come si colloca in base a tutte queste questioni? La premier Giorgia Meloni si è rifiutata di andare in Parlamento a riferire, dunque si può solo dedurre da sue dichiarazioni spot. Sul fronte ucraino non dividere l’Occidente, cercare la via per una pace giusta, niente invii di truppe italiane, non oggi e non senza cornice atlantica o di un intervento Onu, la sintesi delle posizioni che Meloni ha ripetuto anche agli alleati italiani nel vertice di martedì, dopo averle rilanciate coi colleghi europei domenica.
E come si presume farà oggi. Ma non solo la sua posizione è scomoda per la politica dei due forni che sta adottando tra Ue e Usa ma anche perché arriva al vertice con la maggioranza spaccata. Lega e Forza Italiana continuano a darsele di santa ragione.
“Tra il diritto comunitario e l’interesse nazionale cosa prevale? Per me prevale quelli che mi pagano lo stipendio e quindi l’interesse nazionale fatto salvo che nel migliore dei mondi possibile dovrebbe coincidere”, dice il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.
“Per tornare all’incontro Trump-Zelensky l’interesse nazionale non è probabilmente fare alcune decine di miliardi di debito per andare a comprare all’estero nuovi armamenti”. E ancora: “Se oggi avessimo un esercito europeo, Francia e Germania ci avrebbero già portato in guerra” ma “io non do le chiavi di casa a chi ha, nella guerra, il suo istinto di sopravvivenza”.
Replica l’altro vicepremier e leader di Forza Italia. “Io sono europeista, convintamente europeista, e se fossi convinto che questo fosse un governo anti-europeo non farei parte di questo governo”, dice Antonio Tajani.
Sulle divisioni con Salvini sull’esercito europeo, Tajani ha aggiunto: “Ognuno ha le sue opinioni, io sono favorevole. Noi siamo sempre stati, lo ribadiamo, favorevoli alla difesa europea”. Benedice il piano Ursula diversamente da Salvini. “Io lo chiamerei piano per la sicurezza. Piano per la sicurezza europea”. E sottolinea: “La posizione del governo la dà il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Ognuno è libero di pensare come vuole, però la linea del governo è quella”.
Insomma, “la nostra posizione, quella di Forza Italia, è che siamo a favore dell’unità dell’Ue, che deve lavorare per l’unità dell’Occidente. Le tifoserie servono a poco”.