Di Giovanna Tomaselli
Ci sono troppo odio, e troppi morti perchè il cessate il fuoco possa funzionare. Così anche ieri l’interruzione dei combattimenti tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza è durata un niente. Appena due ore, settanta in meno rispetto agli accordi. L’uccisione di due soldati israelinai, e ancor di più la cattura di Hadar Goldin, un ufficiale di 23 anni, hanno fatto sprofondare ogni possibilità di tregua sempre più in fondo. Hamas ha confermato il rapimento ma ha scaricato ogni responsabilità sulla ripresa delle ostilità perchè a dire dei miliziani l’ufficiale è stato catturato e due soldati sono stati uccisi prima della tregua. Sulla vicenda, che rischia di avvelenare ancora di più il clima – se possibile – sono subito intervenuti il segretario di Stato Usa, John Kerry, e il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, chiedendo ad Hamas il rilascio “immediato e senza condizioni del soldato.
Le accuse
Kerry ha appreso della cattura dai siti online mentre era in volo da New Delhi a Washington. Raccontano gli uomini del suo staff che da quel momento è partita una raffica di telefonate al premier israeliano, al presidente dell’Anp, ai ministri degli esteri di Qatar e Turchia, all’inviato speciale a Gaza dell’Onu, al consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Obama e al capo negoziatore palestinese. A Qatar e Turchia Kerry ha chiesto di esercitare tutta la loro influenza su Hamas per arrivare al rilascio del soldato israeliano rapito. Anche la Casa Bianca è scesa in campo, mettendo nel mirino il movimento palestinese. Attraverso il portavoce Josh Earnest, la Casa Bianca ha chiesto ad Hamas di rilasciare il soldato israeliano. “Questa di servirsi della tregua come di una copertura per sferrare un attacco a sorpresa, così da uccidere soldati d’Israele e forse prenderne uno in ostaggio, appare da parte di Hamas un’azione assolutamente scellerata”, ha detto il vice consigliere per la Sicurezza Nazionale, Tony Blinken. Il Senato americano ha poi approvato all’unanimità risorse aggiuntive per finanziare Iron Dome, il sistema missilistico difensivo di Israele. Le risorse ammontano a 225 milioni di dollari. “È il segnale che le istituzioni e i cittadini americani sono con Israele”, ha commentato il senatore repubblicano ed ex candidato presidenziale John McCain.
Il dramma
Gaza intanto è in ginocchio. L’immediato stop alla tregua non ha permesso alla popolazione di ricevere aiuti umanitari, seppellire i morti, prendersi cura dei feriti e rifornirsi di cibo, per riparare infrastrutture idriche e energetiche. La popolazione è stremata. Nella Striscia da informazioni di intelligence, “c’è tantissima gente che è infuriata con Hamas” ha sostenuto il portavoce del governo israeliano. Negli ultimi tre giorni, il bilancio dei raid israeliani nella Striscia di Gaza è stato pesantissimo. Il numero dei palestinesi morti è salito ad almeno 1.456, più che nell’operazione Piombo fuso del 2008-2009. Sono 61 invece le vittime israeliane.