Senza censura sarà una rubrica che pensa all’interesse pubblico ed al bene comune. Mai di parte, ma partigiana. Che rispetta tutte le opinioni, ma non quelle fasciste perché queste sono bandite dalla Costituzione. Che non vive di pregiudizi, che non deve favorire, che non racconta sentimenti di odio o di vendetta. Sarà uno spazio ostinatamente proiettato alla ricerca di verità e giustizia. Serve per raccontare Napoli senza avere finalità di parte, anche perché come cantava “Pinuccio” “a sape tutto o’ munno ma nun sann’ a verità”.
Senza censura sarà una rubrica che pensa all’interesse pubblico ed al bene comune. Mai di parte, ma partigiana
In uno stato di diritto senza l’informazione libera e autonoma e senza una magistratura indipendente non ci può essere democrazia. Troppi bavagli alla stampa e alla magistratura, che non di rado però si sono autocensurate anche da sole. Troppi fatti, soprattutto quando riguardano il potere, scompaiono. La scomparsa dei fatti è un attentato alla verità. E senza fatti o con fatti raccontati in maniera deformata o maldestra non si può poi aprire un dibattito tra opinioni differenti.
Il pluralismo non può che seguire la descrizione dei fatti. Napoli è una città anticonformista, allergica al pensiero unico, con un profondo senso di giustizia ed una non residuale intolleranza alla legalità più opprimente. Napoli ha bisogno di sapere, di avere notizie con trasparenza e correttezza. Questa città non può accettare il silenzio sugli abusi del potere.
Senza censura toglie la maschera all’ordine costituito traditore. Senza censura significa anche non avere padroni, catene, non subire ricatti e condizionamenti, fuggire da ogni forma di compromesso morale, non avere paura, essere onesti e coraggiosi, non dover pagare cambiali, e nemmeno avere consensi da preservare.
In questa rubrica ci interessa raccontare quello che altri non dicono pubblicamente, far emergere quello che altri non vogliono che si sappia. Senza censura significa non essere indifferenti di fronte ad una città e al suo popolo, mai essere complici o conniventi. L’intellettuale credibile e coerente ha il dovere di essere punto di riferimento etico e provare ad essere sempre costituzionalmente orientato. L’intellettuale non può essere la coperta del potere o il suo megafono.
Senza censura vuol dire non avere prezzo, in un Paese in cui troppi hanno un prezzo. Non ci avrete mai: questa è la più profonda garanzia per lettrici e lettori perché anche quando sbaglieremo lo faremo senza dolo, sempre con passione civile ed umanità che sono radici della res publica.