A mettere un punto definitivo alla possibilità che il M5S potesse sostenere a Milano la candidatura dell’uscente Beppe Sala, è stato domenica il diretto interessato (“A questo punto la nostra coalizione è chiusa. Io parlo abbastanza spesso con Buffagni e ne ho discusso ovviamente anche con Conte, quello che ci siamo sempre detti è che probabilmente è meglio portare avanti due proposte che in parte sono diverse per la città di lavorare sugli elementi convergenti”), e dunque i pentastellati sotto la Madonnina avranno la loro lista.
E, dopo la “ricomposizione” della frattura fra il Garante Beppe Grillo e il leader in pectore Giuseppe Conte, quest’ultimo può tornare ad occuparsi di uno dei nodi ancora da scogliere, come quello della candidato a Milano, appunto. Tuttavia, le alternative non sembrano essere tante e al momento l’unica possibilità, come peraltro hanno sempre auspicato gli eletti lombardi del Movimento, è quella di candidare un profilo tra gli attivisti e ieri, a tal proposito, è girato insistentemente il nome di Elena Sironi.
Che a guidare la lista sia una donna è ormai appurato da tempo e il nome dell’avvocato civilista e consigliera al Municipio IV, si aggiunge a quelli che già erano trapelati in passato, come quello della consigliera del Municipio II Alice Perazzi: entrambe hanno accordato la propria disponibilità a correre ma le due il tempo stringe e, con i candidati degli altri schieramenti saldamente in campo e già attivissimi nelle rispettive campagne elettorali, le possibilità di incidere sono oggettivamente poche.
Ma c’è un “ma”: i giochi non sono affatto chiusi e molto probabilmente sarà necessario il ballottaggio per decretare un vincitore. A far tremare il primo cittadino è Luca Bernardo, candidato del centrodestra, e se i sondaggi che stanno circolando nelle ultime ore – che lo vedrebbero sostanzialmente appaiato a Sala – venissero confermati dal voto, la “percentuale grillina”, seppur esigua, potrebbe diventare decisiva. Gianluca Corrado, attuale capogruppo del M5S a Palazzo Marino sembra però non esserne così sicuro: il timore è quello di non riuscire a presentare una lista.
“Al momento non abbiamo informazioni – spiega all’Agenzia Dire – A febbraio, considerato che abbiamo comunque un programma e delle persone pronte, circa una trentina per il momento tra gli attivisti, abbiamo chiesto ai vertici come dovessimo muoverci. Ma tuttora non abbiamo ricevuto alcuna risposta”, ma del resto il kalumet della pace fra il Garante e Conte è ancora caldo – con tutto quello che ciò ha comportato nelle scorse settimane anche negli equilibri interni – e in ogni caso l’investitura formale dell’ex premier a leader del Movimento avverrà con una votazione degli iscritti non prima di un paio di un paio di settimane.
L’entrata in scena della Sironi (e la leadership di Conte) potrebbero cambiare le carte in tavola e imprimere una (necessaria) accelerazione; la candidata potrebbe essere indicata direttamente dai vertici o scelta on line sulla scia di quanto succederà a Torino dove la sindaca Chiara Appendino che, come noto non si ricandiderà, vede nell’accordo Conte-Grillo e nella votazione del nuovo statuto la possibilità “Di poter essere più efficace nell’azione di governo e un aiuto per le nostre amministrative”.