Come è stile 5 Stelle, in questi casi scatta una grande prudenza. L’arresto di Raffaele Marra, uomo forte del Campidoglio nell’amministrazione guidata da Virginia Raggi, ha fatto scattare l’ordine del silenzio nel Movimento. E Beppe Grillo ha anche cambiato i programmi: in mattinata sarebbe dovuto partire con i parlamentari per partecipare al flash mob a Siena, per protestare contro il caso Monte dei Paschi. Ma l’appuntamento è stato annullato: ora c’è un’altra priorità.
Il clima nel M5S è diventato molto cupo: la vicenda romana ha cancellato l’entusiasmo post referendum. Ancora ieri il blog di Grillo aveva difeso la Raggi, definendo una “bufala” la perquisizione della Finanza in Campidoglio. Ma le manette scattate nei confronti di Marra non possono essere ignorate, al di là della sospetta tempistica dell’operazione. Anche perché in molti già scaldavano i muscoli per attaccare il Partito democratico per il caso Sala a Milano. I piani, però, sono subito stati rivisti.
Il fedelissimo della sindaca era già stato definito un “virus” dalla deputata Roberta Lombardi, una delle avversarie interne della Raggi. Così tra i parlamentari, impegnati a forgiare l’immagine di un 5 Stelle di Governo dopo le dimissioni di Matteo Renzi da presidente del Consiglio, è scoppiata il malumore verso la prima cittadina della Capitale, che sembra distruggere tutti i progetti grillini. Che corrispondono alla conquista del potere a Roma. Nel senso di Palazzo Chigi, più che del Campidoglio.
Non è un caso dunque che per l’arresto di Marra anche la sindaca Virginia Raggi, in conferenza, abbia chiesto scusa a cittadini romani, M5S e allo stesso Beppe Grillo, nella speranza di ricucire i rapporti. Vedremo se questo potrà o meno bastare.