Arrestato perché voleva portare in Procura, a Mosca, la petizione con milione di firme a favore dei diritti gay. L’attivista dell’associazione ‘Certi Diritti’ Yuri Guaiana, 43 anni, è stato fermato dalle autorità russe e sottoposto a un interrogatorio. Insieme a lui sono state portate in caserma altre quattro persone: Alexandra Aleksieva, Marina Dedales, Nikita Safronov e Valentina Dekhtiarenko, accomunati dalla battaglia per i diritti degli omosessuali. I Radicali stanno seguendo la questione da vicino e Marco Cappato ha confermato il fermo di Yuri Guiana.
Anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è intervenuto sulla questione: “Le notizie dalla Cecenia e quello che è successo in Russia desta preoccupazione. Forme di democrazia autoritaria sono forze di riferimento a forze politiche che agiscono nel nostro continente e nel nostro Paese”. Yuri Guaiana aveva spiegato sull’Huffington Post l’obiettivo della sua missione: “Siamo qui per consegnare più di 2 milioni di firme al procuratore generale. Non è mai avvenuto prima. Molta della popolazione cecena chiede che si faccia un’inchiesta efficace e che si fermino subito arresti, torture e uccisioni di gay. I cittadini russi meritano di vivere in libertà e in uno stato di diritto”. Quindi ha lanciato un appello direttamente a Vladimir Putin: “La Russia deve rispettare i trattati internazionali che ha sottoscritto. Nessuno deve sacrificare la propria libertà e la propria vita solo a causa di quello che si è e di chi si ama, né in Cecenia né da nessun’altra parte”.