Da una parte una nuova Europa il cui cammino, in realtà, è partito già a luglio quando Giuseppe Conte ha ottenuto un successo insperato per molti sul Recovery Fund; dall’altra Lega e Fratelli d’Italia che “con le loro polemiche assurde Lega e Fratelli d’Italia difendono gli interessi delle grandi corporazioni e dimenticano di dire che senza risorse proprie l’Italia sarebbe stata costretta a pagare di più al bilancio europeo in un momento di grave crisi economica”. Questo è, in sintesi, il quadro della giornata di ieri secondo l’eurodeputato M5S Mario Furore, col voto al Parlamento europeo sul bilancio pluriennale, che “aumenta la dotazione dei programmi Horizon, Erasmus e InvestEU, importantissimi per giovani e imprese” e sulla garanzia di una maggiore tutela allo stato di diritto perché “sui valori non si negozia”.
Diciamo che il cammino verso una nuova Europa è formalmente partito.
La prima pietra è stata posta a Luglio dal nostro premier Giuseppe Conte che ha ottenuto un clamoroso successo in sede di Consiglio. Il Recovery Fund non è solo uno strumento finanziario che trasferisce ingenti risorse verso i Paesi più colpiti dalla crisi economica legata alla pandemia. Per noi è infatti prima di tutto il paradigma di un’Europa nuova. Per la prima volta infatti vengono emessi titoli europei e si trasferiscono risorse a fondo perduto agli Stati più in difficoltà. Per l’Italia sono 81 miliardi. Oggi voltiamo pagina rispetto ai tempi bui dell’austerity ed è anche merito del Movimento 5 Stelle.
Il voto di ieri in Parlamento concretamente cosa significa?
L’Unione europea ha innanzitutto un bilancio fino al 2027 e questo non era scontato visto i numerosi veti e difficoltà. Siamo consapevoli che non è perfetto, ma aumentiamo la dotazione dei programmi Horizon, Erasmus e InvestEU, importantissimi per giovani e imprese. E finalmente si apre il cantiere delle risorse proprie che è un capito che non va sottovalutato.
Gli europarlamentari di Fratelli d’Italia e Lega, però, non la pensano allo stesso modo…
Lega e Fratelli d’Italia su questo hanno posizioni prive di razionalità. Hanno attivato la loro macchina mediatica del fango dicendo che l’Europa aumenta le tasse, ma non è così: le risorse proprie non colpiranno i cittadini ma solo i giganti del web, le grandi industrie che inquinano e chi specula in Borsa. Lega e Fratelli d’Italia fanno solo polemiche assurde. Con questo voto, invece, evitiamo che Italia contribuisca di più all’Europa.
Il Movimento 5 Stelle si sta battendo anche per la tutela dello stato di diritto. A riguardo non teme ulteriori incursioni di Polonia e Ungheria?
Il Movimento 5 Stelle è orgoglioso che finalmente l’Europa stia rafforzando le sue tutele contro i troppi abusi sui fondi europei. Sui valori non si scende a compromessi. Il nuovo meccanismo in difesa della rule of law non è solo necessario per tutelare i diritti dei cittadini nei Paesi in cui vengono calpestati, ma serve anche per difendere gli interessi finanziari dell’Unione. Con questo meccanismo, cioè, vogliamo evitare che i soldi dei contribuenti europei vengano utilizzati in maniera illegittima o finiscano nelle tasche di amici e parenti, come sta succedendo in Ungheria, dove i fondi europei sono stati assegnati al cerchio magico di Orban e non a cittadini e imprese ungheresi.
Quali sono ora le prossime battaglie che porterete avanti?
Due in particolare: la sospensione del Patto di Stabilità e crescita va resa strutturale. Dobbiamo pensare a una riforma dei Trattati per renderli più moderni e inclini alla crescita economica e alla lotta alla disoccupazione che deve essere la priorità europea. Poi serve una golden rule europea per gli investimenti sostenibili. Le spese sostenute attraverso l’emissione di debito aggiuntivo devono essere escluse dal calcolo del disavanzo strutturale altrimenti i governi rischiano di rinunciare a investire per evitare di aumentare i loro debiti e questo sarebbe un autogoal. La ripresa va sostenuta con nuove regole.
A proposito di prossime battaglie quali crede passano essere i tempi per la agognata web tax?
Il Movimento 5 stelle è stato sempre a favore della web tax, già nella scorsa legislatura avevamo votato un testo molto ambizioso, ma l’unanimità in Consiglio aveva bloccato questa misura. E’ impossibile dare tempi certi perché serve l’unanimità, un retaggio del passato che blocca l’Unione su troppi dossier e che va riformato.