Assunzioni di politici e non solo. In Regione Lazio, da giorni al centro delle polemiche, sembrano attive più che mai anche le cosiddette porte girevoli. Tanto che, varata la giunta giallorossa, un’esponente dem si è tolta la casacca di assessore per fare posto a una collega pentastellata e ha ottenuto subito dal presidente Nicola Zingaretti quella di collaboratrice. Un incarico da 115mila euro l’anno.
Una poltrona da 115mila euro. Così Zingaretti ristora l’assessora dimissionaria
A metà marzo Zingaretti ha convinto il Movimento 5 Stelle a entrare nell’esecutivo, dando vita a una maggioranza giallorossa. Alla ex candidata governatrice e capogruppo pentastellata Roberta Lombardi è stato dato l’assessorato alla transizione ecologica e trasformazione digitale e alla consigliera pentastellata Valentina Corrado quello al turismo, enti locali e semplificazione. Una mossa che ha causato crepe all’interno degli stessi 5S e sgradito soprattutto alla base, perché inquadrato come un tradimento dei valori del Movimento. Per compiere tale operazione, però, è stato necessario anche liberare delle poltrone.
Quella di Alessandra Sartore, nominata sottosegretario nel Governo Draghi, era a disposizione, ma ne mancava un’altra. A fare un passo indietro è stata così Giovanna Pugliese, che ha lasciato il turismo alla pentastellata Corrado. La Pugliese, dipendente in aspettativa non retribuita di Zetema, società strumentale di Roma Capitale, ha una lunga carriera politica alle spalle nel centrosinistra. Ha lavorato nello staff dell’assessorato alle politiche culturali del Campidoglio ai tempi di Francesco Rutelli e Walter Veltroni e poi è stata appunto assessore regionale con Zingaretti.
Appena lasciato l’incarico politico, il governatore l’ha subito ricompensata. Non è stato infatti a quanto pare un problema per il presidente della Regione Lazio assegnare subito alla Pugliese l’incarico di responsabile della struttura autonoma di diretta collaborazione “Cinema”, una struttura istituita l’1 aprile scorso nell’ambito dell’Ufficio di gabinetto del presidente e dunque due settimane dopo l’addio della stessa Pugliese alla poltrona di assessore. Ruolo proposto tra l’altro, a quanto pare, dal capo di gabinetto prima della stessa istituzione della struttura autonoma, ovvero il 24 marzo scorso.
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Giovanna Pugliese e Nicola Zingaretti
Per la Pugliese garantiti così 115mila euro lordi l’anno fino alla fine della legislatura. E con tanto di benedizione dell’Anticorruzione. L’Anac ha infatti chiarito che “l’incarico di responsabile degli uffici di diretta collaborazione degli organi di indirizzo politico è espressamente sottratto alla disciplina delle inconferibilità e delle incompatibilità di cui al decreto legislativo n. 39/2013”, la cosiddetta legge Severino. Il posto l’hanno garantito alla Pugliese nel pieno delle polemiche sulle assunzioni di politici, collaboratori di politici e altre persone a loro vicine fatte pescando dalla graduatoria del Comune di Allumiere.
A fine anno, grazie alla selezione compiuta nel piccolo centro dell’alto Lazio, sono infatti stati assunti 24 funzionari dal Consiglio di presidenza della Regione Lazio e dal Comune a guida pentastellata di Guidonia. Posti di cui hanno beneficiato soprattutto i dem, ma anche qualche funzionario vicino ai 5S e alla Lega. Tutto regolare, in base a quanto emerso sinora, ma esploso il caso un problema notevole dal punto di vista politico. Alla fine ha capitolato Mauro Buschini, esponente dem di Frosinone, che si è dimesso dalla presidenza del consiglio regionale. Sul fronte dell’opportunità in Regione Lazio però sembra proprio che il caso Allumiere non sia un caso isolato.