Dopo nove mesi di guerra, nella Striscia di Gaza si continua a combattere con ben poche possibilità di arrivare a un cessate il fuoco. A lasciarlo intendere è il viaggio a Washington del primo ministro dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu, che, secondo il quotidiano israeliano Haaretz, aveva come scopo “non di portare avanti un accordo diplomatico per riportare a casa sani e salvi gli ostaggi israeliani mentre sono ancora vivi e per porre fine ai combattimenti e alle sofferenze. Piuttosto, è ottenere il sostegno americano per continuare la guerra”.
Israele valuta una nuova proposta di pace ma Hamas non vuole nemmeno sentirla
Che questo sia l’andazzo lo conferma il fatto che la trattativa di pace con Hamas è ferma al palo da mesi e che, proprio davanti a queste indiscrezioni di stampa, il leader di Tel Aviv alla tv Channel 12 ha rivelato di non stare “ritardando l’accordo” e che “entro due giorni verrà fatta una nuova offerta da Israele a Hamas”. Parole che sembrano aprire alla pace, ma che in realtà rischiano di andare nel senso opposto. Questo perché Hamas ha subito replicato, sempre secondo quanto riferisce Haaretz, rifiutando molto seccamente l’ipotesi di una modifica unilaterale del piano di tregua per Gaza.
Come si legge nell’articolo, a scatenare le proposte dei miliziani palestinesi ci sarebbe l’intenzione di Tel Aviv di imporre “un meccanismo di controllo per la popolazione civile che ritorna nel nord della Striscia, poiché temono che gli abitanti di Gaza potrebbero sostenere i terroristi di Hamas che rimangono trincerati lì” e anche l’intenzione “di mantenere il controllo del confine di Gaza con l’Egitto”.
Ma ancor più indicativo è quanto riporta Politico, secondo cui Netanyahu starebbe premendo sull’amministrazione di Joe Biden e sul Congresso USA affinché diano il via libera alle forniture di armi per proseguire la guerra e “proteggersi da un Iran sempre più aggressivo”.
Londra delude Tel Aviv: “Nessuna obiezione al mandato di arresto a Netanyahu”
Ma per il primo ministro di Israele, in queste ore le cose sembrano andare di male in peggio. Già, perché qualcosa nella politica internazionale sta cambiando, come lasciano presagire le notizie che arrivano da Londra e Washington. Il governo laburista del Regno Unito di Keir Starmer, a differenza di quanto fatto dai tory di Rishi Sunak, non intende porre obiezioni formali di fronte alla Corte Penale Internazionale contro i mandati di arresto spiccati mesi fa nei confronti di Netanyahu e del ministro della Difesa, Yoav Gallant, oltre che dei leader di Hamas, accusati di crimini di guerra nella Striscia di Gaza.
Intenzione che ha causato la reazione stizzita del governo d’Israele, che ha espresso “profonda delusione per una decisione fondamentalmente sbagliata”.
Harris non fa sconti a Bibi e fa salire la tensione tra USA e Israele
Se possibile, le cose sono addirittura peggiori guardando oltre oceano, dove Kamala Harris, sempre più vicina a essere candidata per il partito democratico e che, secondo i sondaggi, si appresta a un testa a testa con Donald Trump per la conquista della Casa Bianca, proprio durante l’incontro con Netanyahu ha detto che “non si può diventare insensibili alla sofferenza di Gaza”. Secondo quanto riporta la CNN, Harris ha detto “è tempo che questa guerra finisca e finisca in un modo in cui Israele sia sicuro, tutti gli ostaggi vengano rilasciati”, ma anche che “la sofferenza dei palestinesi a Gaza finisca”, ribadendo che l’unica exit strategy è la “soluzione dei due Stati”.
Pronta la risposta che il leader di Israele ha fatto filtrare sui media, dicendosi “preoccupato che le dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla vicepresidente americana, Kamala Harris, possano danneggiare i negoziati in corso per arrivare a un accordo per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”. Stizza che è stata espressa anche dal ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che su X ha scritto che “non ci sarà cessate il fuoco, signora candidata”, e del ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, secondo cui “Kamala Harris ha rivelato al mondo intero quello che dico da settimane, cosa c’è veramente dietro l’accordo: arrendersi a Sinwar (leader di Hamas, ndr) così da porre fine alla guerra in un modo che consentirebbe ad Hamas di recuperare e abbandonare la maggior parte degli ostaggi prigionieri di Hamas. Non cadete in questa trappola”.