Israele non ha intenzione di colpire l’Iran dopo l’attacco della notte scorsa. Lo ha detto un portavoce dell’esercito israeliano (Idf) durante una conferenza stampa. “Siamo pronti e all’erta, valutiamo ogni scenario e al momento non abbiamo intenzione di estendere le nostre operazioni militari” ha detto Daniel Hagari. Lo stesso Hagari ha però specificato che sono stati approvati piani “operativi sia offensivi che difensivi”.
Il Times of Israel racconte che dopo diverse ore di discussione il gabinetto di guerra israeliano deve ancora decidere come e quando rispondere all’attacco. Che i ministri abbiano sospeso le discussioni senza una decisione lo riferisce anche riferisce il notiziario Channel 12. Secondo numerosi resoconti dei media ebraici, il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz e il suo collega del partito di Unita’ Nazionale Gadi Eisenkot, un osservatore nel gabinetto di guerra, hanno entrambi proposto di reagire all’Iran mentre l’attacco iraniano era ancora in corso. Questo suggerimento è stato fermamente contrastato dal ministro della Difesa Yoav Gallant, dal capo dell’Idf Herzi Halevi e da altri in parte a causa della difficolta’ di intraprendere un’azione simultanea quando l’aviazione era concentrata sull’intercettazione dei missili e dei droni iraniani in arrivo.
Il Gabinetto di guerra israeliano approva piani “operativi sia offensivi che difensivi”
Successivamente, quando il successo dei sistemi di difesa aerea israeliani è stato evidente ed è stato chiaro che l’attacco iraniano aveva causato pochi danni, e dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva parlato con il primo ministro Benjamin Netanyahu, l’idea di una risposta israeliana immediata è stata accantonata. La posizione di Netanyahu nelle discussioni sui tempi e sulla natura di una risposta israeliana non è chiara. Channel 12 afferma che gli Stati Uniti non hanno cercato di porre il veto su alcuna risposta israeliana, ma che hanno detto a Israele di voler conoscere in anticipo qualsiasi reazione. Gli Stati Uniti hanno pubblicamente chiarito che non parteciperanno ad alcuna risposta israeliana. Channel 12 sostiene inoltre che Israele sta cercando di verificare se, in cambio di moderazione, pu’ raggiungere una sorta di “patto strategico” con gli Stati Uniti contro l’Iran, senza dover prendere impegni su questioni come la questione palestinese.
Due funzionari Usa hanno detto ai giornalisti che gli Stati Uniti non parteciperanno ad un eventuale contrattacco israeliana contro l’Iran. Il capo della Cia William Burns avrebbe telefonato al capo dell’intelligence turca Ibrahim Kalin per chiedere la mediazione di Ankara. Il G7 si è riunito d’urgenza, sollecitato dagli Stati Uniti e convocato dalla presidente di turno Giorgia Meloni, e dopo poco meno di un’ora di confronto produce una dichiarazione in cui si ribadisce il “pieno sostegno alla sicurezza” a Tel Aviv e si lancia un appello “per porre fine alla crisi a Gaza attraverso la cessazione delle ostilità e il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas”. Sono formule diplomatiche all’insegna dell’equilibrio che però esplicitano tutte le urgenze geopolitiche dell’area, dove la tensione è salita ulteriormente di livello dopo l’offensiva del regime degli ayatollah. C’erano tutti i leader, inclusi quelli Ue (Ursula von der Leyen e Charles Michel) e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, collegato dalla Cina dove è appena arrivato per una visita di tre giorni. Gli intenti diplomatici sono allineati, anche se Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno avuto anche un ruolo operativo al fianco di Israele per “sconfiggere” la pioggia di “centinaia di droni e missili” scatenata da Teheran, come ricorda anche la dichiarazione congiunta finale.
Il G7 (e Tajani) provano a smorzare. I bellicisti fomentano mezze verità e omissioni piene
E mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani invita alla prudenza intravedendo “segnali incoraggianti” nelle dichiarazioni del G7 e nella volontà espressa dall’Iran di non procedere con ulteriori attacchi il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti anticipa il profluvio di bellicisti che compariranno nei prossimi giorni. “Di fronte all’attacco dell’Iran a Israele non si può stare che da una parte sola, dalla parte di Israele ovviamente che non solo ha il diritto a difendersi ma anche a rispondere a quelli che sono veri e propri attacchi alla propria esistenza e incolumità”, ha detto Toti in una diretta Facebook. “Tutto questo – aggiunge Toti – non ci deve far scordare alcune cose essenziali, la prima è che la crisi in Medio Oriente è partita dall’attacco violentissimo portato da Hamas contro civili israeliani durante i negoziati di pace, che qualcuno non vuole”. Solo che nella foga di ricordarci tutto Toti si è scordato di ricordarsi del bombardamento israeliano su Damasco del 21 febbraio scorso. Per soffiare sulla guerra del resto si ha sempre bisogno di mezze verità e omissioni piene