Nessuno aveva capito cosa stesse accadendo. Le persone che passavano, mentre Sara Di Pietrantonio veniva bruciata viva in via della Magliana, a Roma, non hanno compreso la gravità della situazione. E nella notte della tragedia, tra sabato e domenica, hanno tirato dritto. Le testimonianze raccolte dagli inquirenti disegnano il quadro in cui è avvenuto l’omicidio della 22enne, compiuto dall’ex fidanzato, Vincenzo Paduan, guardia giurata di 27 anni.
I racconti
“Pensavo solo che stavano discutendo animatamente”, ha raccontato un giovane di 20 anni, ascoltato dalla polizia. “Solo il giorno dopo, i miei amici, quando stavo giocando a calcetto mi hanno detto: hai visto cosa è successo a quella ragazza? Lì ho capito tutto. Ho ricollegato tutto alla ragazza bionda che si sbracciava”, ha aggiunto il testimone. Parole che fanno il paio con quelle di un ragazzo di 18 anni, passato in via della Magliana durante il litigio. “Stavo rientrando dal mare e ho visto una ragazza di spalle che stava discutendo con un ragazzo fuori dalla macchina”, ha detto ai carabinieri. “Ho proseguito fino a casa della mia fidanzata. Il tempo di fumarmi una sigaretta, salutarla ho ripercorso la strada al contrario e ho visto quell’auto bruciata ma non ho collegato le due cose. Solo la mattina mia madre mi ha detto che c’era un’auto bruciata e una ragazza carbonizzata”, ha proseguito.
Le indagini
Intanto, sul fronte delle indagini si attende l’esito dell’autopsia per avere un panorama più chiaro sul delitto. Gli investigatori vogliono capire se la morte è avvenuto per le ustioni o Sara era stata già uccisa prima per strangolamento. Dopo la confessione resa da Paduano, ci sarà la convalida dell’arresto con l’accusa di omicidio premeditato e stalking. Secondo quanto trapela dagli uffici dei magistrati, l’autore del delitto è ora impaurito. E ha detto che la sua intenzione non era di uccidere Sara, ma solo di metterle paura. Le amiche della vittima hanno spiegato che negli ultimi tempi Paduano era diventano sempre più minaccioso. Stando alle informazioni a disposizione non aveva mai aggredito fisicamente la 22enne, ma cercava di esercitare una pressione psicologica. Sara, però, non aveva mai pensato di sporgere denuncia, pensando che si trattasse di una gelosia destinata a passare. Purtroppo non è stato così.