“Abbiamo dato indicazioni precise. I dati ci devono preoccupare, la curva sta lentamente scendendo ma dà ancora elementi di grande preoccupazione. La curva sta scendendo grazie a due mesi di sacrifici, abbiamo di fronte a noi qualche settimana che rappresentano un periodo di incontri, che con questa maledetta malattia sono pericolosi”. E’ quanto ha detto a Rainews24 il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, a proposito della riunione di ieri sulle misure in vista delle festività (leggi l’articolo).
“Noi – ha aggiunto il coordinatore del Cts – abbiamo dato indicazioni di grandi limitazioni di spostamenti e assembramenti, che questo si traduca in una zona rossa nazionale o arancione o altro, spetta alla politica”. Nel Comitato, ha spiegato ancora Miozzo, “tutti i colleghi si sono espressi per una linea di grande prudenza per i giorni che vengono, la traduzione di questa linea è stata oggetto di un confronto anche acceso”.
“Abbiamo sottolineato il rischio” dell’esodo natalizio il prossimo weekend, “a meno che non venga deciso che il lockdown venga domani. Noi siamo in una democrazia, è evidente che questo comporta anche un dibattito politico e pubblico, sappiamo che andiamo incontro a un weekend ad alto rischio, possiamo solo confidare nel senso di responsabilita’ dei nostri connazionali”.
Questa mattina, a Mattino Cinque, lo stesso Miozzo aveva avvertito che “se non stiamo molto attenti, ripartirà una curva che non deve ripartire perché a inizio di gennaio ci attendono molte scadenze: il ritorno al lavoro, il ritorno a scuola, auspicabile, e l’inizio della campagna vaccinale. Appuntamenti troppo importanti ai quali dobbiamo arrivare preparati”. “Abbiamo detto di evitare gli assembramenti – ha aggiunto -, evitare momenti di rischio nei quali le persone si riuniscono, tolgono la mascherina e si bevono l’aperitivo, come capita quando vediamo assembramenti di giovani fuori dai locali di ristoro. Quelle sono situazioni di criticità”.
Al governo il Cts ha anche ribadito la necessità di sanzioni per chi non rispetta le regole, “altrimenti ci vanno di mezzo tutti”. “Il problema della chiusura o meno dei ristoranti – ha concluso il coordinatore del Comitato tecnico scientifico -, dei bar o dei luoghi pubblici dovrà essere valutato nella complessità dell’azione che deve essere presa a livello politico. Noi abbiamo sottolineato il rischio delle aggregazioni, degli spostamenti, della mobilità che sono rischi veri, forti e molto importanti”.