Il Consiglio superiore della magistratura non aprirà una pratica a tutela dell’allora capo della procura di Torino, Armando Spataro, oggi in pensione, in merito allo scontro che il magistrato ebbe a dicembre con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La vicenda è quella riguardante il post con cui il vicepremier aveva ringraziato la Polizia per aver portato a termine un’operazione contro la mafia nigeriana. Un tweet che secondo il procuratore Spataro aveva compromesso l’operazione stessa.
La Prima commissione di palazzo dei Marescialli ha esaminato la richiesta di apertura della pratica, che era stata avanzata dai togati di Area, proponendone l’archiviazione. “Non risulta leso in concreto l’indipendente esercizio della funzione”, spiega il Csm nel provvedimento, poiché “le espressioni adoperate dal ministro dell’Interno non appaiono costituire critica all’esercizio della funzione giurisdizionale”.
Nella delibera, di cui è stato relatore il presidente della Prima Commissione, Alessio Lanzi, il Consiglio superiore della magistratura sottolinea anche come “l’ampio spazio che ha avuto il dibattito sui fatti”, “sia in seno al Consiglio che al di fuori dello stesso”, abbia “già soddisfatto l’esigenza sottesa all’apertura della pratica a tutela, poiché il dibattito stesso e l’attenzione con esso posta alla necessità che il confronto istituzionale proceda sempre con toni misurati e nel rispetto dell’interlocutore risulta, di per sé, aver raggiunto l’effetto cui l’apertura della pratica mirava”.