Tolto il Reddito di cittadinanza – sostituito dalla Social card che non tutti stanno riuscendo ad avere – e davanti al caro vita che non accenna a diminuire, cresce di giorno in giorno il numero di italiani costretti a fare la fila davanti alle strutture di assistenza della Caritas per avere un pasto.
Code sterminate, un tempo appannaggio degli stranieri ma che ora vedono la presenza di un numero sterminato di italiani, che danno la misura di quanto sia preoccupante il fenomeno malgrado il governo di Centrodestra continui a raccontare di un’economia in ripresa e della grande disponibilità di posti di lavoro che, secondo loro, viene vanificata dall’assenza di lavoratori.
La sospensione del Reddito di cittadinanza ai poveri sta mettendo in fortissima difficoltà migliaia di famiglie
Un racconto che si scontra con gli ultimi dati riportati dalla Caritas che, nell’ultimo report, parla ormai di “povertà strutturale” segnalando come, nell’ultimo anno, il numero di persone da loro assistite è cresciuto del 12,5%. Del resto che l’Italia stia vivendo un trend di impoverimento lo sostengono numerosi istituti, a partire dall’Ocse secondo cui l’Italia, tra il 1990 e il 2020, è l’unico Paese dove i salari non sono cresciuti ma crollati del 2,9%.
Un andamento che non è migliorato neanche negli ultimi tre anni visto che alla fine del 2022, sempre secondo i dati, i salari reali degli italiani sono calati del 7,5% rispetto al periodo precedente la pandemia a fronte di una media europea che risulta in flessione del 2,2%. Salari che sono un problema ancor più evidente se si guarda all’ultimo report Almalaurea che certifica come i laureati italiani, finito il proprio percorso di studi, oltre a faticare nel trovare un impiego in patria, poi si trovano una busta paga di circa 1.300 euro, ossia ben inferiore al resto d’Europa e ciò, come noto, spinge tanti giovani a cercare fortuna altrove dando luogo alla cosiddetta “fuga dei cervelli”.
Nel suo ultimo rapporto la Caritas parla ormai di “povertà strutturale”
Una situazione emergenziale a cui la politica non sembra capace di dare risposta tanto che l’attuale maggioranza ha preferito eliminare il Reddito di cittadinanza, vero e proprio argine contro la povertà, e continua a dire ‘no’ al salario minimo. Il problema è che il futuro appare ancor più fosco tanto che l’ultima relazione di Confartigianato, pubblicata venerdì, rileva che “sono 8,4 milioni i lavoratori italiani a rischio per effetto della diffusione dell’intelligenza artificiale”, con “il 36,2% del totale degli occupati che subirà l’impatto delle profonde trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione”.