L’Italia è in fondo alla classifica per la capacità di offrire ai propri anziani assistenza a lungo termine. Con appena 19 posti per 1000 abitanti over 65 anni, abbiamo la più bassa disponibilità di strutture residenziali destinate agli anziani.
A indicarlo sono i dati del documento “Il Servizio sanitario nazionale compie 45 anni”, realizzato dall’Ufficio valutazione e impatto del Senato che confronta i nostri numeri con quelli di 7 Paesi: Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Svezia.
La tragedia dell’incendio a Milano ripropone il tema delle strutture per l’assistenza agli anziani mettendo in luce le carenze in un paese sempre più anziano. Secondo il Gnpl National Register, la banca dati realizzata dal Garante nazionale per la geolocalizzazione delle strutture sociosanitarie assistenziali sul territorio italiano, al 2020 le Rsa in Italia sono 4.629 (contro le 2.475 nel 2007) ed includono sia quelle pubbliche che quelle convenzionate con il pubblico e le private, di cui 2.651 al Nord, 668 al Centro e 493 al Sud, 817 nelle Isole.
Il dossier riferisce anche che mentre nel nostro Paese stentano a partire le cure domiciliari integrate, il confronto vede l’Italia ultima per disponibilità di risorse (18,8 posti per 1000 abitanti di età pari o superiore a 65 anni) per i posti letto destinati a cure a lungo termine in strutture residenziali: il penultimo posto, con 30 posti, va agli Stati Uniti, mentre la classifica vede in cima la Svezia, con 68 posti letto per 1000 abitanti over65. Per le case di riposo private il costo da pagare è totalmente a carico dell’ospite e le rette variano dai 1.200/1.500 euro fino a cifre che possono superare i 3 mila euro.