Dopo un anno di guerra, nella Striscia di Gaza si continua a combattere e a morire, con un bilancio delle vittime che ha ormai superato le 46.000 persone. Ancora più grave è che nei primi sette giorni del 2025 la situazione non è migliorata. La direttrice dell’UNICEF, Catherine Russell, ha scritto su X: “Per i bambini di Gaza, il nuovo anno ha portato più morte e sofferenza, con almeno 74 bambini uccisi. Serve un’azione urgente.” Ha fatto appello al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu affinché “ponga fine alle violenze e garantisca il rilascio degli ostaggi.”
Difficile dar torto alla funzionaria, considerando che nelle ultime 24 ore i raid israeliani hanno causato almeno 70 vittime e centinaia di feriti. Ma non è tutto. Preoccupa anche l’esplosiva situazione in Cisgiordania, dove le violenze dei coloni israeliani contro i civili palestinesi continuano senza sosta. Secondo le autorità locali, queste aggressioni avvengono nella piena indifferenza dell’esercito di Tel Aviv. Per la seconda notte consecutiva, i coloni hanno incendiato veicoli e abitazioni nel villaggio di Wadi Rahhal, vicino a Betlemme.
Nella striscia di Gaza la situazione è fuori controllo, ma non va meglio neanche in Siria
Sfortunatamente in tutto il Medio Oriente i combattimenti non accennano a diminuire. Nonostante le rassicurazioni su una “transizione pacifica” dopo il golpe che ha destituito il regime di Bashar al-Assad, la Siria sembra ripiombare nell’incubo della guerra civile. Nel nord del Paese, infatti, sono ripresi feroci scontri tra gruppi sostenuti dalla Turchia, appoggiati dagli attacchi aerei dell’aviazione di Ankara, e forze guidate dai curdi.
Combattimenti che nelle ultime 24 ore, hanno interessato soprattutto la città di Manbij dove sono state registrate almeno 37 vittime. Un’offensiva che sembra destinata a proseguire a lungo visto che da Ankara hanno subito fatto sapere in Siria che “non c’è posto per i terroristi” curdi.