Facce nuove nel cosiddetto Terzo polo. Lì nel centro dell’ex segretario sconfitto del Partito democratico Matteo Renzi e delle macerie di Carlo Calenda si propone come nome nuovo Letizia Moratti.
Renzi spinge l’ex sindaca di Milano Letizia Moratti in vista delle Europee. Un altro sgambetto all’odiato alleato Calenda
L’ex sindaca di Milano deve avere rimosso in fretta la magra figura alle ultime elezioni regionali lombardi dove ha raccolto meno del 10% con un misero 4% di Italia Viva e Azione che ai tempi fingevano di andare d’accordo. L’obiettivo sono le prossime europee. Con l’ambizione di allargare il campo ben oltre quel perimetro ristretto che è stato il Terzo polo. Letizia Moratti lunedì ha radunato mondi diversi e diaspore varie.
Popolari, riformisti, liberali, civici. Da Claudio Signorile a Giuseppe Fioroni, da Gaetano Quagliariello ad Alessandro De Nicola, dal padre degli arancioni milanesi Franco D’Alfonso a Mario Mauro, dal freschissimo sindaco di Taormina Cateno De Luca a Gianfranco Librandi. Al tavolo anche gli ex amici del Terzo polo. C’era Matteo Renzi. Assente Carlo Calenda.
A rappresentare Azione, Mariastella Gelmini. “Ma nessun problema – sottolinea Moratti – Abbiamo condiviso tutto”. Per adesso, è “un’alleanza” di forze diverse ma di pari dignità. In futuro, “una rete” che potrebbe presentarsi alle elezioni europee. Intervistata dal Corriere della Sera (edizione milanese, nemmeno quella nazionale) Moratti spiega: “Non la definirei un’area di centro, tantomeno in riferimento al Terzo polo. Quella che si è riunita ieri è una rappresentanza molto ampia che fa riferimento a importanti formazioni civiche, a movimenti e partiti di ispirazione popolare, liberale, riformista. Uno schieramento più ampio e diverso rispetto a ciò che viene normalmente definito Terzo polo o centro”.
L’ex sindaca di Milano conferma di voler “costruire una rete di alleanze cha sia capace di dare risposte a una società sempre più complessa. Abbiamo delle sfide epocali davanti a noi – aggiunge Moratti -: una guerra che continua alle porte dell’Europa, i conflitti per le risorse, le diseguaglianze che crescono. Ci sono sfide locali, nazionali ed europee. La necessità di rafforzare l’Europa ma anche la difesa degli interessi nazionali.
Per esempio, un welfare che valorizzi il terzo settore, il tema dell’esplosione demografica africana in parallelo alla denatalità italiana. Abbiamo la responsabilità di dare delle risposte e abbiamo bisogno che ognuno di noi metta di lato la propria provenienza ed esperienza che sono frutto di una politica del secolo scorso. Per un mondo nuovo ci vuole una proposta politica nuova”, dice Moratti.
Come nella migliore letteratura del cosiddetto Terzo polo non passa molto che arriva la prima mezza smentita. “Lavoriamo al rilancio di @Azione_it con proposte, lavoro sui giovani, territorio. Come andare alle elezioni europee lo decideremo a tempo debito discutendo con chi è dentro Renew e ne condivide progetto e valori. Sommatorie di sigle eterogenee non funzionano per nessuno”, spiega Calenda che si sfila immediatamente dall’operazione. Renzi invece sembra soddisfatto. Questo non stupisce: a Renzi interessa un nome – qualsiasi nome – pur di togliere spazio a Calenda. La sfida è concentrata nel debellare l’alleato. A vederla da fuori sembra una noiosa guerra fratricida. Ed è esattamente così.