Dopo il primo turno delle elezioni in Francia dello scorso fine settimana, giovedì torneranno alle urne i cittadini del Regno Unito. Un appuntamento lungamente atteso che sembra destinato a rivoluzionare il governo di Londra, con i Conservatori del premier Rishi Sunak che, dopo ben quattordici anni di governo e anche una Brexit di mezzo, sono dati per sicuri sconfitti.
Salvo colpi di scena che i sondaggi sembrano escludere, visto lo stacco di oltre 20 punti percentuali tra i Tory e i Laburisti, a guidare il Paese dovrebbe essere Keir Starmer.
Nel Regno Unito si torna a votare e per i Conservatori di Sunak si prospetta una débâcle
A queste politiche, destinate a rinnovare il Parlamento di Westminster, sono chiamati a votare i 50 milioni di aventi diritto – a cui si aggiungono i 3 milioni di cittadini britannici residenti all’estero – per esprimere la loro preferenza per eleggere i deputati rappresentanti dei 650 collegi in cui è suddiviso il Regno Unito, formato da quattro nazioni: l’Inghilterra, a cui andranno 543 seggi; la Scozia, che ne otterrà 57; il Galles, a cui sono destinati 32 seggi; e l’Irlanda del Nord, a cui ne spettano 18.
Nel Paese è in vigore un sistema uninominale maggioritario secco basato su un meccanismo che incide pesantemente sull’assegnazione dei seggi, talvolta producendo anche evidenti fenomeni distorsivi rispetto ai consensi proporzionali. Tanto per capirci, in base ai sondaggi fin qui pubblicati, il partito di Starmer sembra destinato a strappare all’incirca il 40% dei consensi. Tuttavia, per effetto della legge elettorale vigente e complice il tracollo preannunciato dei Tory, che vengono dati al 20%, i Labour potrebbero arrivare a conquistare la stratosferica cifra di tre quarti dei collegi in palio.
Torna alla carica Farage
Che Sunak e i suoi sembrano destinati a una probabile débâcle, lo lascia immaginare il fatto che i Conservatori questa volta non si sono dovuti curare soltanto degli storici rivali dei Laburisti, ma anche del nuovo partito populista, Reform UK, guidato dal leader euroscettico e filorusso, Nigel Farage. Il politico, già mattatore nel Regno Unito e fautore della Brexit, malgrado anni fa avesse affermato di volersi ritirare a vita privata, in questa tornata elettorale ha scelto di tornare in campo per sfidare a destra i Tory.
Può sembrare incredibile, ma il discusso leader di Reform UK, su cui nel tempo sono piovute accuse di ogni sorta, secondo i sondaggi viene dato al 15-20% delle preferenze, in larga misura strappate proprio al partito di Sunak. E non è un caso che l’intera campagna elettorale di Farage sia stata incentrata sullo sfidare il premier in carica, tacciato spesso e volentieri di inadeguatezza, arrivando a dire che “Starmer ha già vinto” e che il suo partito sarà “la vera opposizione, perché i Tory hanno fallito su tutto, dall’immigrazione alla Brexit”.
Gli scandali che hanno tempestato la campagna elettorale nel Regno Unito
Un’elezione in cui non sono mancati gli scandali. L’ultimo in ordine di tempo è quello che, alla vigilia del voto, potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola perché coinvolge Reform UK per una presunta accusa di razzismo e misoginia nei confronti di alcuni esponenti di spicco del partito, portata alla luce dallo scoop giornalistico di Channel 4. Fatti per i quali, nel volgere di poche ore, ben due candidati, ossia Georgie David e Liam Booth-Isherwood, hanno annunciato l’interruzione immediata della campagna elettorale in favore del partito guidato da Farage, per passare nelle fila dei Conservatori di Sunak.
Accuse a cui ha risposto Reform UK con una nota pubblicata dal Guardian in cui si legge: “Siamo molto delusi dal comportamento della signora David (…) e troviamo triste e strano che abbia scelto di non sollevare nessuna delle sue preoccupazioni con la dirigenza del partito prima di criticare pubblicamente i suoi colleghi incolpevoli che stanno dando il massimo per far eleggere Reform UK”. Una campagna elettorale in cui non è mancato neanche uno scandalo nei Tory, visto che diversi esponenti del partito sono finiti sotto indagine dalla Commissione di vigilanza britannica sul gioco d’azzardo per diverse centinaia di scommesse sospette sulla data delle elezioni, effettuate alla vigilia dell’annuncio di Sunak.