I primi exit poll dei ballottaggi hanno fatto calare il gelo nella sede del Partito democratico. La netta sconfitta di Roma e il possibile ko a Torino confermano le sensazioni negative. Su Milano è difficilissimo fare previsioni: sarà testa a testa tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi. Nella sede nazionale, a Largo del Nazareno, il clima è molto teso. I vertici della segreteria stanno seguendo le operazioni di scrutinio, attendendo i primi numeri reali dopo gli exit poll.
Il Pd, con una nota ufficiale, ha esaminato le elezioni. “I ballottaggi segnano per i candidati del Pd una sconfitta netta senza attenuanti a Torino e Roma contro le candidate del M5S e una vittoria chiara e forte a Milano e Bologna contro i candidati delle Destre. “Il quadro nazionale, invece, è molto articolato. Perdiamo alcuni Comuni dove abbiamo governato a lungo e vinciamo in altri Comuni dove da vent’anni la destra era maggioranza. La Lombardia, per esempio, vede per la prima volta tutti i Comuni capoluogo ormai a guida Pd. Vinciamo da Varese a Caserta, in zone per noi difficili. Ma resta l’amaro in bocca per alcune sconfitte molto dure, da Novara a Trieste. È dunque evidente il dato frastagliato del voto territoriale, dato che contiene peraltro anche alcune indicazioni nazionali su cui la Direzione nazionale del Pd rifletterà il prossimo venerdì 24 giugno, a partire dalle 15. A tutte e tutti i sindaci i migliori auguri di buon lavoro da parte del Pd”, ha concluso la nota ufficiale del partito.
Roberto Giachetti, prima anche di avere le proiezioni sul voto reale, ha già ammesso la sconfitta, intestandosi la responsabilità del risultato. “Ho chiesto mani libere in campagna elettorale. E c’è stata una sconfitta. Ora si riparte da una battaglia di opposizione. Penso che daremo comunque il nostro contributo per Roma. Faremo una opposizione costruttiva, il mio compito sarà quello di fare in modo di essere un punto di riferimento in Campidoglio”.
Il senatore Stefano Esposito, ex assessore a Roma e uomo forte del Pd a Torino, ha ammesso di “essere sorpreso perché non avevo messo in conto la sconfitta” di Piero Fassino. “È una cosa che brucia”, ha sottolineato l’esponente della maggioranza. Tuttavia, il parlamentare renziano non ha trovato un elemento “nazionale” nell’esito del voto. “Perché a Milano e Bologna sta andando diversamente”.
Il primo a commentare i dati è stato il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato. “Dopo la gestione di Marino c’è un disincanto dell’elettore romano che voleva il cambiamento e lo ha dimostrato”, ha affermato sull’esito elettorale per il Campidoglio. “Il risultato di Roma è frutto di una campagna elettorale difficile per Giachetti che ci ha messo grande generosità e impegno. Pochi avrebbero che saremmo andati al ballottaggio”, ha aggiunto il presidente dei deputati dem. Infine sul rapporto con Virginia Raggi, Rosato ha garantito piena lealtà: “Dobbiamo prendere atto di questo risultato. Lo facciamo facendo glia auguri alla Raggi, perché Roma ha bisogno di un sindaco che lavori bene. Qualsiasi sia il colore del sindaco, il Governo sarà al suo fianco”.