Visite mediche nel Lazio? Le liste d’attesa continuano a essere troppo lunghe, talvolta addirittura chiuse. Un problema annoso a cui non si riesce in alcun modo a dare una risposta che sia decisiva e risolutiva. Il piano del governatore Francesco Rocca di puntare tutto sui privati si è rivelato un totale fallimento. A dirlo sono i dati. A metà del 2023 aveva dichiarato che entro la fine dell’anno le strutture private avrebbero dovuto garantire il 100% delle prestazioni.
Visite mediche nel Lazio? Le liste d’attesa continuano a essere troppo lunghe, talvolta addirittura chiuse
Insomma, i cittadini del Lazio avrebbero dovuto poter contare sulle strutture private accreditate – ce ne sono diverse decine – per effettuare una visita specialistica ambulatoriale. Chiaramente non è quello che è successo. “Le segnalazioni dei cittadini”, spiega il segretario regionale Cittadinanzattiva Lazio, Elio Rosati, “testimoniano difficoltà, ritardi e percorsi spesso frammentati dove ogni parte del sistema appare, spesso, non legata, non coordinata, non fluida. Il risultato è sotto gli occhi di tutti”.
Sì, perché anche se il Cristo Re, il Vannini, i Cavalieri di Malta, il Policlinico Di Liegro, il Villa San Pietro, il Campus Bio-Medico e il Policlinico Gemelli, stanno tentando di aumentare le disponibilità, il risultato sperato non arriva. Al San Giovanni è impossibile fare una visita oculistica perché le liste sono proprio chiuse, per una visita ortopedica, con priorità b, ovvero entro dieci giorni, in tutto il Lazio la prima disponibilità è il 27 marzo.
La Regione ha scommesso sulle strutture accreditate ma le visite sono ancora imprenotabili
Addirittura nella Asl di Viterbo per tutto il 2024, e siamo solo all’inizio dell’anno, non c’è modo di prenotare una tac coronarica. La questione è nazionale, si sa, ma il Lazio registra una delle performance peggiori. I cittadini non riescono a curarsi e chi può permetterselo preferisce (più che altro è un obbligo) rivolgersi a strutture private per evitare liste d’attese infinite. “Come Cittadinanzattiva Lazio”, spiega ancora Rosati, “stiamo lavorando sul tema liste di attesa coinvolgendo Asl, aziende ospedaliere e strutture del privato accreditato per dare soluzioni, proporre modelli innovativi che puntino all’innovazione tecnologica da un lato e dall’altro alla personalizzazione dei percorsi di cura”.
Poi l’ennesimo appello alla Regione a cui chiedono “di riconoscere nei fatti il ruolo delle organizzazioni civiche e delle associazioni dei malati cronici e rari in modo concreto, con la convocazione dell’Osservatorio regionale per il governo delle liste di attesa che la precedente amministrazione ha convocato solo due volte, la prima a settembre del 2019 e la seconda nel dicembre del 2022, Gli strumenti di governo ci sarebbero”, spiega Rosati, “quelli di partecipazione anche, ma fino a ora abbiamo assistito solo e soltanto a tante parole”.