“L’unico elemento certo è che il bambino è stato aggredito dalla macro-fauna presente nei boschi di Caronia”. E’ quanto ha detto Giuseppina Certo, il consulente nominato dalla famiglia di Daniele Mondello, il papà di Gioele, il bambino trovato morto, insieme alla madre Viviana Parisi (nella foto), nei boschi di Caronia. Al Policlinico di Messina si è conclusa l’autopsia sui resti del piccolo trovati tra i cespugli 16 giorni dopo la sua scomparsa.
Da quanto si è appreso, inoltre, non “si può ancora stabilire” se il bambino è stato aggredito prima o dopo la morte e “se il bambino è morto lì”. “I resti del cadavere – ha spiegato la dottoressa Certo – sono abbastanza compromessi. C’è del terriccio che è stato analizzato e prelevato. Non si può dire ancora dove il bambino è morto e capire se è stato morso prima o dopo la morte. Sono valutazioni che si faranno concatenando i vari risultati”.
Per il medico legale e consulente della famiglia: “Abbiamo acquisito dei dati, mancano gli arti e parti di tessuti. Allo stato non è possibile ricavare elementi utili se non da tutti i fattori che potranno emergere dall’indagine specialistica. Deve essere tutto ricostituito singolarmente mettendo assieme tutti i tasselli…”. Secondo l’esito di alcuni accertamenti irripetibili, eseguiti dalla Polizia scientifica di Palermo sull’Opel Corsa di Viviana Parisi, riprende quota alla tesi che Gioele possa essere rimasto ferito mortalmente nell’incidente stradale sulla A20.
“Scoprire come è morto mi sembra una cosa, in via aleatoria, possibile. Ma dobbiamo vedere gli elementi che il corpo ci fornisce e li valuteremo” ha detto, invece, il medico legale Daniela Sapienza, uno dei consulenti della Procura di Patti, al termine dell’autopsia sui resti del piccolo. “Purtroppo – ha aggiunto – ci sono dei fenomeni cadaverici e trasformativi molto importanti e questo rende impossibili alcune valutazioni macroscopiche che in altri casi sarebbero un riscontro oggettivo. Abbiamo cominciato a fare alcuni esami su alcuni resti e dovremmo ovviamente continuare affinché riusciamo a raccogliere qualsiasi elemento di giudizio che abbia un riscontro di natura oggettiva che possa servire agli inquirenti”.