La Sveglia

Nel 2023 metà dei contratti di lavoro a Roma sono durati un giorno

Nel 2023 metà dei contratti di lavoro a Roma sono durati un giorno

Circola un aneddoto di un presidente che un giorno decide di ampliare una strada da due a tre corsie, dichiarando un aumento del 50%. Successivamente, riduce le corsie da tre a due, affermando una diminuzione del 33%. Sommando queste variazioni, sostiene di aver ottenuto un saldo positivo del 17%. Il popolo applaude, il presidente è felice. 

Sull’aumento dei posti di lavoro Giorgia Meloni ha seminato molta della sua propaganda. Arrivando a dichiarare (e poi a ripetere) che l’Italia in cui stiamo vivendo avrebbe i livelli occupazionali più alti dai tempi di Garibaldi. L’iperbole sembrava piuttosto sfrontata, ma valenti quotidiani l’hanno presa molto sul serio. 

Qualche giorno fa la Cgil di Roma ha pubblicato un report sulla situazione del lavoro a Roma raccogliendo i dati riferiti al 2023, quando sono stati 1.959.616 i contratti di lavoro attivati, il 18% in più rispetto al 2019. Visto così sembrerebbe un risultato da leccarsi i baffi se non fosse che le cessazioni sono state 1.868.044, pari al 95,3% dei contratti attivati. Il contratto quindi è una precarietà legale, nulla su cui poter costruire uno straccio di futuro. 

Il dato più dirompente però è che il 49% dei contratti attivati (690.492) è durato un solo giorno. Si viene assunti alla mattina, si fa quel che c’è da fare, e poi ci si saluta e si ringrazia in attesa del contratto successivo. Sempre che ci sia un contratto successivo. Complessivamente, nel 2023, il 70% dei contratti di lavoro a Roma è durato meno di un mese.

Un’occupazione non stabile è un cerotto su una ferita sempre aperta. Nasconde poco, male e non cura. Però gonfia i numeri.